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Nel cuore della amena “campania felix”, tra volte affrescate dal Torelli in stile floreale con richiamo diretto alla vite maritata a pioppo e maioliche della maniera, sorge uno dei più importanti palazzi tardo settecenteschi, storica residenza di una delle famiglie della borghesia casertana.

Il progetto prevede la riqualificazione totale del palazzo e la sua conversione in lounge bar e luogo di divulgazione della cultura mediante mostre temporanee e permanenti d’arte ed esibizioni musicali, affiancate alla degustazione dei prodotti dell’eccellenza enogastronomica provenienti da tutto il mondo.

Ricerche sul “tipo” edilizio e compositivo, conducono a “ricomporre l’architettura”, riportando alla luce gli antichi splendori del tempo, quello che era l’originale carattere architettonico del palazzo.
La ricerca ostinata del bello e il rispetto delle preesistenze storiche, con qualche spunto deciso e puntuale, delineano una mescolanza creativa “sui generis”.

Gli ambienti sono suddivisi in diverse sale ciascuna per ogni esperienza degustativa proposta. Laddove il restauro non è stato possibile, sono state ricreate le atmosfere dell’epoca riutilizzando preesistenze architettoniche e componenti di arredo selezionati a seguito di un approfondito lavoro di ricerca.

Entrando nel palazzo l’antica corte caratterizzata da volte a botte affrescate è stata preservata nella sua integrità originale e valorizzata mediante uno studio sulla luce diffusa che mette in risalto il patrimonio storico-artistico del palazzo.
I marmi policromi che caratterizzano lo scalone principale sono stati restaurati e le finestrature presenti sono state arricchite con la scelta di tendaggi dei famosi setifici borbonici di San Leucio in linea con il periodo storico.

Il protagonista del palazzo è l’antico salone delle feste, caratterizzato dalla presenza di un’opera pittorica di Vincenzo Luigi Torelli, che fa da quinta scenica fin dalla prima sala d’ingresso.
Gli elementi d’arredo e i tendaggi presentano volutamente tratti distintivi identificativi, tali da creare una forte contrapposizione con le preesistenze, ma conservando un rapporto equilibrato con le stesse.
L’esempio principale è dato dall’inserimento del bancone bar centrale, pensato e realizzato come un “palco” che dà risalto al quadro.

Studi sull’illuminotecnica puntano alla creazione di scenari luminosi ad hoc utili a plurime esigenze, finalizzati alla valorizzazione dei singoli “pixel compositivi”.
Il palazzo parla del radicato e viscerale rapporto con i luoghi di questa amena terra decantata sin all’antichità per le sue mirabili bellezze.

Fotografia : Dario Borruto 

Comunicazione : Pluff studio

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