Tra il mare e la millenaria storia di Napoli, affacciata su Piazza Sannazzaro, una casa di inizio ‘900 è stata ripensata salvaguardando la sua nobile storia.
Laddove possibile l’originale disegno delle boiserie è stato conservato, mentre le parti mancanti sono state finemente riprodotte ed integrate con lo schema esistente.
Anche gli originari pavimenti in listelli a quadrotti di nobile rovere, rinvenuti al di sotto di una scellerata sovrapposizione di pavimento in gres porcellanato di epoca moderna, sono stati riportati alla luce e hanno trovato nuova vita dopo un importante intervento di restauro.
Le porte degli anni ‘20 sono state affidate a mastri restauratori napoletani mentre vetrerie locali hanno realizzato i vetri plisettati, sul disegno di quelli già esistenti.
La distribuzione interna è stata rimodulata in base agli studi sulla luce naturale e del contesto urbano. L’ampio living troneggia sulla celebre piazza dedicata al poeta Jacopo Sannazzaro caratterizzata dalla storica Fontana della Sirena, realizzata da Buccini e Jerace e che trovò la sua attuale collocazione solo nel 1924, essendo stata inizialmente pensata per i giardini della stazione ferroviaria.
In totale rottura con l’architettura di inizio secolo gli arredi spiccano per ecclettismo e modernità, grazie all’inserimento di elementi di design unici ideati dallo studio, come il lavabo in acciaio nero della serie “tubo”, ed accostati ad altri iconici elementi, che vanno dalle sedie “Capital Complex” di Cassina, al lampadario “Stochastic” di Luceplan che con il loro estro fanno da contraltare alla rigida austerità dell’architettura.
Al centro della cucina (modello “B3” di Bulthaup), dal pavimento in marmo africano si eleva un monolite a cui è saldato un grande piano in aggetto. L’ambiente è separato dal corridoio per mezzo dell’ampia vetrata scorrevole (“Sherazade” di Glas Italia).
Gli unici ambienti volutamente decontestualizzati sono i bagni ad uso privato posti nelle zone letto, di ispirazione fortemente marocchina con resine color terra e cementine dai colori sgargianti e naturali.
“Per il confort ed il benessere degli ambienti, un ruolo fondamentale è sancito dalle numerose ricerche sulla neuroarchitettura che lo studio porta avanti dal 2013. Illuminazione artificiale, forme, colori e materie sono pensate per donare il massimo benessere neuronale ai fruitori.”
Per approfondimenti consultare il blog :
https://www.antoniodimaro.it/le-neuroscienze-le-implicazioni-con-larchitettura- e-con-il-wellnessdesign/
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