Industrial Design – Antonio Di Maro | Architetto Napoli https://www.antoniodimaro.it Antonio Di Maro | Architetto Napoli Sun, 30 Mar 2025 08:40:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.3.18 Gio Ponti: Il Maestro del Design Italiano e l’Innovazione nell’Architettura https://www.antoniodimaro.it/gio-ponti-il-maestro-del-design-italiano-e-linnovazione-nellarchitettura/ https://www.antoniodimaro.it/gio-ponti-il-maestro-del-design-italiano-e-linnovazione-nellarchitettura/#respond Sun, 30 Mar 2025 08:04:32 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=5084 ioGio Ponti è uno dei nomi più importanti e influenti del design e dell’architettura del XX secolo. La sua visione innovativa, la capacità di coniugare tradizione e modernità, e il suo impegno nel promuovere il Made in Italy hanno lasciato […]

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ioGio Ponti è uno dei nomi più importanti e influenti del design e dell’architettura del XX secolo. La sua visione innovativa, la capacità di coniugare tradizione e modernità, e il suo impegno nel promuovere il Made in Italy hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte e del design. In questo articolo, esploreremo in dettaglio la vita, le opere e l’eredità di questo straordinario architetto e designer, illustrando come il suo pensiero abbia plasmato il panorama culturale e tecnico italiano.

Chi era Gio Ponti? Vita e Formazione

Giovanni “Gio” Ponti nacque a Milano il 18 novembre 1891, in un’epoca di fermento culturale e innovazione artistica. Cresciuto in una città che stava rapidamente diventando il cuore pulsante della modernità in Italia, Ponti mostrò sin da giovane un’innata passione per l’arte e l’architettura. Si laureò presso il Politecnico di Milano nel 1921, un percorso formativo che gli permise di acquisire solide basi tecniche e un approccio innovativo al design.

Dopo gli studi, Ponti iniziò a collaborare con architetti e artisti di spicco, tra cui Emilio Lancia, che contribuì a formare il suo stile unico. La sua carriera si sviluppò in parallelo a quella di altri grandi innovatori del periodo, e ben presto Ponti si affermò come una figura di riferimento nel panorama del design italiano, caratterizzato da una visione che superava i confini convenzionali dell’architettura tradizionale.

L’Inizio di una Carriera Multidimensionale

Nel corso degli anni ’30, Gio Ponti divenne uno dei principali protagonisti del design industriale e dell’architettura moderna in Italia. Fu un pioniere nel promuovere il concetto di “bello e utile”, fondendo funzionalità e estetica in un modo che pochi avevano osato sperimentare fino ad allora. La sua attività non si limitò alla progettazione di edifici: Ponti fu anche un grande innovatore nel campo del design d’interni, della ceramica e dell’illuminazione.

Un aspetto fondamentale della sua carriera fu la capacità di collaborare con importanti aziende italiane. Marchi come Cassina, Richard Ginori e Fontana Arte riconobbero il talento di Ponti, affidandogli progetti che avrebbero segnato la storia del design. Le collaborazioni con questi brand contribuirono a consolidare la reputazione del “Made in Italy” a livello internazionale, facendo di Ponti un ambasciatore della creatività e dell’innovazione italiana.

Le Opere Iconiche di Gio Ponti

Torre Pirelli: Simbolo di Modernità

Uno dei progetti più celebri firmati da Gio Ponti è senza dubbio la Torre Pirelli, realizzata tra il 1956 e il 1960 a Milano. Questo grattacielo, che si erge per 127 metri, è diventato un simbolo dell’innovazione architettonica italiana. La Torre Pirelli non è soltanto un esempio di eleganza formale, ma rappresenta anche una perfetta sinergia tra ingegneria e design. Ponti, insieme a collaboratori come Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso, ha saputo creare un edificio che fonde robustezza strutturale e una raffinata leggerezza estetica, elementi che ancora oggi affascinano studiosi e appassionati di architettura.

La Sedia Superleggera di Cassina: Un’Icona del Design d’Arredo

Nel 1957, la collaborazione con Cassina portò alla nascita della celebre sedia Superleggera. Questo capolavoro di design, caratterizzato dalla leggerezza e dalla resistenza dei materiali, è un esempio perfetto dell’approccio di Ponti: ridurre l’oggetto al minimo indispensabile senza rinunciare alla bellezza. La Superleggera, con le sue linee essenziali e la funzionalità impeccabile, è ancora oggi uno dei pezzi d’arredo più ricercati e ammirati, simbolo di un’epoca in cui il design assumeva una valenza tanto pratica quanto estetica.

Villa Planchart: Architettura e Paesaggio a Caracas

Un altro progetto significativo è Villa Planchart, realizzata tra il 1953 e il 1957 a Caracas, in Venezuela. Questa villa rappresenta l’applicazione dei principi pontiani in un contesto esotico, dove la luce e il colore giocano un ruolo fondamentale. La struttura, caratterizzata da spazi ampi e aperti, si integra armoniosamente con il paesaggio circostante, evidenziando la capacità di Ponti di adattare il proprio stile a differenti contesti culturali e ambientali. Villa Planchart è un esempio lampante della sua abilità nel trasformare un’abitazione in un’opera d’arte, dove ogni dettaglio contribuisce a creare un’esperienza visiva e sensoriale unica.

La Chiesa di San Francesco al Fopponino: Sacralità e Modernità

Tra le opere dedicate all’architettura sacra, la Chiesa di San Francesco al Fopponino, realizzata tra il 1961 e il 1964, occupa un posto di rilievo. Con un design che sposa geometria e luminosità, questo edificio rappresenta una delle più riuscite espressioni di architettura sacra moderna. La chiesa, con le sue forme essenziali e il gioco di luci e ombre, invita i fedeli e i visitatori a un’esperienza di spiritualità e contemplazione, dimostrando come l’innovazione possa andare di pari passo con il rispetto per la tradizione religiosa.

L’Impatto di Gio Ponti sulla Cultura del Design

Oltre alle opere architettoniche, Gio Ponti ha avuto un impatto duraturo anche sul campo del design editoriale. Nel 1928 fondò la rivista Domus, che divenne ben presto una delle pubblicazioni più autorevoli nel settore dell’architettura e del design. Domus ha rappresentato una piattaforma fondamentale per la diffusione delle idee moderne, offrendo una vetrina internazionale per architetti, designer e artisti. La rivista non solo promuoveva il dialogo tra le diverse correnti artistiche, ma contribuiva anche a diffondere la cultura del design come elemento chiave per la rinascita dell’architettura italiana.

Ponti credeva fermamente nella capacità del design di migliorare la qualità della vita, un’idea che lo portò a sperimentare soluzioni innovative in ogni campo, dal mobilio alle soluzioni urbanistiche. La sua attenzione per i dettagli, la ricerca costante della funzionalità e l’impegno per un’estetica moderna e pulita hanno ispirato generazioni di designer e architetti, creando un’eredità che perdura ancora oggi.

Le Collaborazioni e il Successo Internazionale

Il percorso di Gio Ponti fu caratterizzato anche da numerose collaborazioni che contribuirono a diffondere il design italiano nel mondo. Lavorare con aziende di prestigio e istituzioni culturali permise a Ponti di esporre le proprie idee a un pubblico globale, contribuendo a definire gli standard estetici e funzionali che ancora oggi influenzano il settore. Le partnership con brand internazionali hanno rafforzato la reputazione di Ponti come innovatore, capace di unire la tradizione artigianale italiana con le tecnologie più avanzate del tempo.

Le mostre e le esposizioni dedicate alle sue opere hanno ulteriormente consolidato il suo status di icona del design. Musei e istituzioni culturali in tutto il mondo continuano a celebrare le sue creazioni, dimostrando come l’eredità di Ponti sia diventata parte integrante della storia dell’arte e dell’architettura moderna.

L’Influenza di Gio Ponti nel Design Contemporaneo

L’eredità di Gio Ponti si riflette non solo nelle opere architettoniche e nei pezzi d’arredo realizzati nel suo tempo, ma anche nell’approccio contemporaneo al design. I principi pontiani, quali l’attenzione per la funzionalità, la semplificazione delle forme e l’uso innovativo dei materiali, sono ancora oggi alla base di molti progetti moderni. Le sue idee hanno ispirato una nuova generazione di architetti e designer, che continuano a reinterpretare il concetto di “bello e utile” in chiave moderna.

Il suo contributo va oltre la semplice estetica: Ponti ha promosso una visione del design come strumento di miglioramento della vita quotidiana. Le sue opere invitano a riflettere sul ruolo dell’architettura e dell’oggetto di design nella creazione di spazi che favoriscano il benessere, l’armonia e l’innovazione sociale. Questa eredità intellettuale e pratica rende Gio Ponti una figura senza tempo, capace di dialogare con le esigenze contemporanee pur mantenendo un legame profondo con le radici della tradizione italiana.

La Ricerca dell’Eccellenza e il Futuro del Design

Il percorso di Gio Ponti è un esempio di come la passione per il design e l’architettura possa trasformarsi in un’eredità duratura. La continua ricerca dell’eccellenza e il desiderio di sperimentare nuovi linguaggi formali hanno aperto la strada a innumerevoli innovazioni, che ancora oggi influenzano il settore. Le scuole di design, i programmi universitari e le riviste specializzate continuano a studiare le sue opere per trarre ispirazione e imparare da un maestro che ha saputo rivoluzionare il concetto stesso di design.

In un’epoca in cui il mondo è in continua evoluzione, le idee di Gio Ponti offrono spunti preziosi per affrontare le sfide del futuro. La necessità di creare spazi sostenibili, funzionali e in armonia con l’ambiente urbano e naturale trova in Ponti un modello di riferimento, un punto di incontro tra tradizione e innovazione. La sua capacità di integrare estetica e funzionalità rappresenta un insegnamento fondamentale per tutti coloro che operano nel campo dell’architettura e del design.

Conclusione

Gio Ponti non è stato soltanto un architetto e designer, ma un vero e proprio visionario che ha trasformato il modo di concepire lo spazio e l’oggetto. La sua carriera, costellata di opere iconiche come la Torre Pirelli, la sedia Superleggera e la Chiesa di San Francesco al Fopponino, è un percorso ricco di innovazione, creatività e impegno culturale. Grazie alla sua fondazione della rivista Domus e alle numerose collaborazioni con aziende di fama internazionale, Ponti ha contribuito a diffondere il valore del design italiano in tutto il mondo, creando un’eredità che continua a vivere e a ispirare.

In conclusione, Gio Ponti rimane una figura imprescindibile nel mondo dell’architettura e del design, il cui pensiero e le cui opere continuano a influenzare e ispirare. Il suo lascito si rivela oggi più che mai attuale, offrendo spunti di riflessione per affrontare le sfide del design contemporaneo con creatività e responsabilità. Esplorare il suo percorso significa immergersi in un universo di innovazione e bellezza, un viaggio nel cuore dell’arte italiana che non smette mai di stupire.

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Come scegliere il divano giusto, ecco una guida completa! https://www.antoniodimaro.it/come-scegliere-il-divano-giusto-ecco-una-guida-completa/ https://www.antoniodimaro.it/come-scegliere-il-divano-giusto-ecco-una-guida-completa/#respond Fri, 14 Jul 2017 10:02:00 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2938 L'articolo Come scegliere il divano giusto, ecco una guida completa! proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Dal ‘700 ad oggi ne ha fatta di strada: introdotto nel mondo occidentale dall’Impero Ottomano, originariamente una panca in legno imbottita e munita di braccioli, oggi il divano è diventato l’emblema della comodità, del relax e del design.

Il divano è ormai uno degli elementi d’arredo principali e più in vista in ogni casa e nella nostra epoca ci si presentano infinite opzioni quando si tratta di scegliere un divano.

Potresti pensare di sapere esattamente quello che vuoi, ma quando entri in un negozio o inizi la ricerca delle immagini, gli stili, le forme e le alternative di personalizzazione del tuo divano la scelta diventa più difficile.

Ecco allora una pratica guida per scegliere il divano perfetto!

Trovare il divano ideale non è semplice, certo, ma partendo dalle basi si può tranquillamente arrivare a selezionare il divano dei sogni in base alle proprie esigenze, allo spazio a propria disposizione e al proprio stile di arredamento.

Per scegliere il divano più adatto alle proprie esigenze bisogna quindi tener conto dei seguenti elementi: lo spazio a disposizione, i componenti della famiglia e le loro esigenze, l’uso che vorrete fare del divano, lo stile di arredamento dell’ambiente circostante.

LO SPAZIO

Innanzitutto, è bene valutare la grandezza dell’ambiente soggiorno che ospiterà il divano, poiché le dimensioni del divano dovranno essere proporzionate a quelle della stanza, in modo da non apparire inadeguato e di ostacolare il passaggio delle persone.

Se avete poco spazio a disposizione è opportuno scegliere un divano a due posti o in alternativa due poltrone. Per far fronte alle esigenze di spazio in ambienti piccoli il nostro consiglio in più è quello di optare per un divano con contenitore, in modo da “salvare spazio” dove poter riporre piccoli oggetti.

Solitamente le misure standard di un divano due posti sono: larghezza da 150 a 185 cm ed profondità di circa 90 cm. Mentre il divano tre posti è largo almeno 200 cm.

Se invece lo spazio a vostra disposizione è ampio scegliete un divano più grande, nelle varianti che preferite: divano con penisola o senza, divano ad angolo, etc.

In un’ open space di grosse dimensioni il divano può fungere da elemento divisorio tra la zona relax-conversazione e la zona pranzo. In questo caso dovrete posizionarlo al centro della stanza, con lo schienale rivolto verso il tavolo da pranzo.

Per capire quanto spazio destinare al vostro divano è importante anche valutare se si vogliono includere nella zona divano un tavolino, una poltrona o altri elementi di arredo. In caso di risposta positiva, lo spazio destinato al divano si ridurrà.

Indipendentemente dallo spazio a disposizione cercate di scegliete un divano le cui dimensioni consentano di lasciare gli spazi necessari per muoversi senza difficoltà.

Per capire quale divano poter scegliere in base allo spazio tenete presente che le misure standard per tipologia di divano sono:

  • Divano con penisola cm 250 x 160
  • Divano ad angolo cm 250 x 200
  • Divano con angolo terminale cm 270 x 230.

 

I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA

Non solo il numero delle persone che vivono in casa, ma anche e soprattutto le abitudini di vita e le necessità di ognuna di esse, rappresentano senz’altro un elemento fondamentale per la scelta del divano giusto.

Infatti, mentre il divano da due o tre posti è adatto per una coppia, una famiglia numerosa avrà sicuramente bisogno di qualche seduta in più.

Se la casa è animata dalla presenza di bambini, sarà consigliabile scegliere un divano resistente alle sollecitazioni e alle macchie, possibilmente foderato con un materiale lavabile.

Nel caso invece di presenza in famiglia di una persona anziana o con problemi alla schiena, si dovrebbe scegliere un divano comodo che integri una postazione relax con seduta ergonomica.

 

L’USO

Altro elemento importante è l’uso a cui dovrà rispondere il vostro divano.

Organizzare con successo uno spazio di vita inizia con l’analisi del tuo stile di vita. Cosa fai di più in questo spazio? Usi il divano per il relax davanti alla televisione? Per lettura e conversazione? Gli spazi sono ridotti e servirà aggiungere un posto letto?

Solo rispondendo a queste domande non sbaglierete nella scelta del divano più adatto a voi.

Se si preferisce il relax la scelta è d’obbligo: divano morbido e grande! E perché no, che integri una comoda chaise longue o una penisola dove potersi sdraiare.

Ma attenzione l’ingombro di tale tipologia richiede molto spazio.

Se invece al relax si preferisce trascorrere il proprio tempo libero a dialogare con gli ospiti, un divano più rigido e di dimensioni più ridotte risulterà sicuramente più formale e adatto a conversare, tuttavia, anche in questa ipotesi, non trascurate la comodità.

Il segreto della “giusta comodità” è tutto nella profondità del sedile! Fa la differenza tra un divano in cui puoi “sprofondare” per guardare un film e uno dove chiacchierare con gli ospiti offrendo un cocktail. Ecco uno schema chiaro e semplice per scegliere la profondità giusta del vostro divano:

  • 45 cm: per un divano moderno ed elegante, ma poco accogliente.
  • 55 cm: profondità minima per sedersi comodamente, ma ancora elegante.
  • 60 cm: Basta abbastanza profonda per sdraiarsi (solo).
  • 80 cm: quel tuffo che ti fa dire: “Forse dormo qui stanotte”.

Nel caso che il principale impiego del divano sia quello di vedere comodamente la TV, ricordate di posizionarlo alla giusta distanza. Per tale motivo vi consigliamo di leggere anche l’articolo “Come posizionare la televisione rispetto al divano per guardarla al meglio?”.

Se il divano funge anche da angolo lettura non dimenticate di dotarlo di illuminazione adeguata.

Infine, se gli spazi in casa sono ridotti e avete intenzione di usare il divano come letto di emergenza per gli ospiti prendete in considerazione al momento dell’acquisto la funzione letto.

divano multifunzione

COMODITA’

Come già detto, indipendentemente dalla destinazione funzionale, non c’è dubbio che per scegliere il divano giusto si deve tenere conto della sua comodità.

Un divano comodo deve avere corretta seduta per evitare errate posture. Le regole generali vogliono che l’altezza del sedile deve essere tale da permettere ai piedi di poggiare al pavimento, mentre i braccioli devono consentire di appoggiare le braccia in modo di attenuare la tensione del collo. Lo schienale poi non dovrebbe essere più corto della spina dorsale.

Contribuiscono al confort del divano, oltre che il tipo di rivestimento, i materiali utilizzati per l’imbottitura. Schiume poliuretaniche, trucioli, piume d’oca ed in ultimo il memory-foam, sono materiali la cui combinazione offre confort diversi.

RESISTENZA

Un divano che duri nel tempo deve avere una struttura in legno massello, in modo da garantire una solidità con il passare degli anni. L’imbottitura per divani può essere realizzata con diversi materiali, solitamente si predilige il poliuretano espanso per la sua resistenza alla deformazione, in alternativa viene utilizzata la gommapiuma o il lattice in fiocchi di silicone.

RIVESTIMENTI

I tanti tipi di rivestimenti disponibili per i divani hanno peculiari caratteristiche che li rendono più o meno confortevoli e soprattutto più o meno resistenti a macchie ed usura.

Ampia scelta risiede nella vastità dei tessuti da rivestimento: dalla pelle alle varie stoffe fino alle fibre sintetiche e ai tessuti naturali come il cotone, la seta, il lino e la lana.

Il divano in pelle, oltre ad essere molto resistente e lavabile, invecchia meglio e resta gradevole nel tempo, ma può essere scomodo d’estate.

Oltre alla piacevole sensazione che offre al tatto, la pelle rende più elegante il divano. In alternativa si può scegliere un rivestimento in similpelle che restituisce sensazioni simili ma è più economico e meno resistente.

I rivestimenti in tessuto hanno il vantaggio di essere molto pratici perché più facili da pulire soprattutto nelle versioni sfoderabili. I tessuti possono essere in fibre naturali o in fibre sintetiche, entrambi si possono scegliere in infinite varianti di tipo, colore e fantasia. In genere i rivestimenti in fibra sintetica sono più resistenti e facili da lavare, ma poco traspiranti.

Per ovviare a tale problema si utilizza un particolare tessuto di fibre sintetiche: la microfibra. Traspirante, gradevole al tatto, lavabile, impermeabile, ma soprattutto confortevole in estate perché fresco, accogliente in inverno perché caldo, per questo motivo consigliatissimo.

Anche la scelta dei tessuti e dei materiali del divano va fatta in funzione delle proprie preferenze e dell’uso che si farà del divano.

 

COLORE

Un divano scuro sembrerà più largo e imponente, mentre un divano chiaro darà all’ambiente un aspetto più spazioso e arioso.

Un tessuto stampato per il divano sarà ottimo per divani che vengono usati moltissimo, oltre che per nascondere le macchie; anche i divani scuri saranno ottimi per camuffare macchie e sporco, e questo li rende ottimi per famiglie con bambini e animali.

Tuttavia, gli interior designer consigliano sempre di acquistare un divano dai toni neutri, come il color beige o il grigio. Non hanno torto, se si pensa che un divano di qualità dovrebbe durare anni ed è possibile che si cambi il colore delle pareti, si mettano delle nuove tende o si acquistino dei nuovi mobili. Un colore neutro starà sempre bene, anche in caso di cambiamenti.

Per scegliere l’accostamento dei colori giusto puoi guardare il nostro articolo i colori, ecco come abbinarli correttamente in casa

La cosa positiva è che con un copridivano non si avranno problemi a cambiare la tonalità del divano. In più, un divano si può modificare utilizzando semplicemente dei cuscini diversi: un divano dal colore neutro cambierà faccia con dei cuscini coloratissimi, ad esempio.

 

Un’ultima cosa che spesso viene trascurata prima dell’acquisto del divano: armatevi di metro e prese le misure verificate se il divano dei vostri sogni passa dal vano scale e dalla porta d’ingresso, diversamente dovrete considerare l’ulteriore spesa per il noleggio di un autoscala esterna.

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L’applicazione dei principi di Bioarchitettura e Neuroarchitettura https://www.antoniodimaro.it/lapplicazione-dei-principi-bioarchitettura-neuroarchitettura/ https://www.antoniodimaro.it/lapplicazione-dei-principi-bioarchitettura-neuroarchitettura/#respond Tue, 27 Jun 2017 10:47:25 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2934 L'articolo L’applicazione dei principi di Bioarchitettura e Neuroarchitettura proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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di seguito l’intervista rilasciata alla piattaforma “ProntoPro” sul nostro modo di concepire e interpretare l’architettura.

https://www.prontopro.it/blog/lapplicazione-dei-principi-di-bioarchitettura-e-neuroarchitettura/

Costruire casa nel 21° secolo non può prescindere da termini come Architettura sostenibile, Bioarchitettura, Neuroarchitettura, green building.

Abbiamo intervistato l’architetto Antonio Di Maro, titolare dello studio di architettura Antonio Di Maro & Partners, che ci ha parlato in modo molto approfondito dei principi cui si ispira lo studio di Architettura Antonio Di Maro.

Quali sono i principi su cui si fonda il vostro studio?

Il nostro studio da sempre si pone alcune “mission” fondamentali per ogni progetto.

La “neuroarchitettura”, scienza che consente attraverso l’uso sapiente dell’interazione tra neuroscienze ed architettura di ottenere effetti benefici sull’individuo.

Architettura sostenibile o “green building, che consiste nel progettare e costruire edifici in grado di limitare gli impatti nell’ambiente, sfruttando ciò che ci offre la natura e al contempo garantendo qualità e riproducibilità delle risorse naturali.

Ed, infine, la “bioarchitettura, che mira all’utilizzo degli elementi presenti in natura come guida per la realizzazione ottimale di spazi confortevoli. Il “pensiero verde” e la natura sono così gli elementi generatori di ogni nostro progetto, che si rivelano attraverso l’uso controllato della luce e la sperimentazione di nuovi materiali.

Neuroarchitettura; di cosa si tratta e come nasce questo filone dell’Architettura? Quali sono le principali tecniche che vengono impiegate a tal fine?

Un architetto può progettare spazi che non solo rispettino determinati canoni estetici, ma che diano anche e soprattutto benessere all’individuo, che aumentino la capacità di concentrazione, che aiutino la guarigione o che siano formativi.

Marco Vitruvio Pollione l’aveva già compreso circa 2000 anni fa: un edificio deve essere forte o durevole nel tempo, utile e bello. L’architettura è arte e soprattutto può migliorare il tenore di vita. Luoghi con determinate caratteristiche ad esempio potenziano fantasia e creatività: gli alunni, in una scuola con aule ben illuminate, si dimostrano più ligi al dovere, così come i pazienti trascorrono una degenza più serena in un ospedale con stanze variopinte. D’altronde c’è un legame intrinseco tra l’ambiente circostante e gli individui: il sistema nervoso riceve e decodifica gli stimoli esterni, come suoni e colori, trasmettendo poi gli impulsi al resto del corpo.

La Neuroarchitettura studia il livello di risposta psicologica umana ai componenti che costituiscono i diversi ambienti. L’obiettivo di fondo è quello di valutare l’impatto che le varie strutture hanno sul sistema nervoso umano e sul cervello.

Tra gli elementi importanti per le neuroscienze dell’architettura dobbiamo assolutamente menzionare luce e colore. Per quanto riguarda il colore, a titolo di esempio, gli studi hanno evidenziato che quando i colori sono più brillanti generano stimoli più forti poiché sono più riconoscibili. Il cervello ricorda più facilmente gli oggetti che sono più notevoli. Se i colori sono utilizzati in connessione con gli spazi, possono quindi rafforzare la posizione degli oggetti nella mappa mentale, e stimolare la memoria. Ad esempio attraverso la scelta e la distribuzione dei colori in un negozio è possibile indirizzare la volontà di acquisto di un cliente verso un certo prodotto piuttosto che un altro. La luce, invece, serve a vari scopi: creare gli spazi per trovare l’orientamento, per rivelare o nascondere determinati volumi, o per attirare l’attenzione su un “compito” se parliamo di ambienti di lavoro. La nostra percezione e il desiderio di luce varia anche in base agli scopi che necessitano di luce; ad esempio, mentre per il pranzo può essere sufficiente una luce, la stessa sarà insufficiente per lo studio.

Il Suono è un’altra variabile importante nella progettazione architettonica. Ad esempio, negli ambienti di formazione ed educazione dei bambini, che sono soggetti che facilmente tendono a distrarsi, la stanza deve produrre una comprensione chiara del suono. La comunicazione verbale deve essere quindi agevole e per questo di solito si utilizza isolare anche i soffitti.

L’Architettura sostenibile e la Bioarchitettura stanno riscontrando un forte interesse nell’ultimo periodo; in che modo vi occupate di queste tematiche all’interno del vostro studio?

Esatto. Promuovere un’architettura responsabile e rispettosa del contesto ambientale attraverso la Bioarchitettura e Architettura sostenibile è la nostra priorità in ogni progetto. Per capire l’importanza e l’attualità di queste tematiche bisogna conoscerle e capire la portata degli “effetti benefici” che possono produrre.

La bioarchitettura presuppone un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell’ecosistema e si concretizza in una pratica architettonica rispettosa dei principi della sostenibilità. Si pone l’obiettivo di instaurare un rapporto equilibrato tra l’ambiente ed il costruito, soddisfacendo i bisogni delle attuali generazioni senza compromettere, con il consumo indiscriminato delle risorse, quello delle generazioni future.

Gli edifici progettati secondo i dettami della Bioedilizia, o Green Building, fanno uso di fonti di energia rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento come l’energia solare per l’acqua calda, il fotovoltaico, le biomasse ed il geotermico.

Il nostro studio nel progettare secondo le “buone regole” della bioarchitettura segue una serie di principi fondamentali come:

  • l’ombreggiamento,
  • la ventilazione naturale,
  • l’isolamento termico,
  • il raffrescamento naturale,
  • la deumidificazione,
  • la protezione dalle precipitazioni,
  • la riduzione delle dispersioni termiche,
  • l’illuminamento naturale e la captazione solare.

Molti sono i fattori da tenere in considerazione, tra i più importanti c’è l’orientamento. Pensare con cura alla disposizione dell’edificio rispetto alla relazione “nord-sud”, per poter avere un soleggiamento corretto e influire sulla capacità di raffrescare gli ambienti interni sfruttando la ventilazione naturale.

Per quanto riguarda invece i materiali bisognerebbe utilizzare materiali naturali, riciclati e riciclabili, seguendo le logiche leed. Non tutti lo sanno, ma per difendere l’abitazione dai raggi solari, che aumentano significativamente il carico termico estivo, è possibile realizzare degli “schermi solari” per la protezione dal sole. Tuttavia, qualora tutte le soluzioni di climatizzazione passiva non bastassero, è possibile integrare con soluzioni di energia rinnovabile, ricorrendo all’uso delle nuove tecnologie per il risparmio energetico come impianto fotovoltaico, eolico, di biogas o geotermico.

L’obiettivo dell’architettura sostenibile è ridurre l’impatto complessivo della edificazione sulla salute umana e sull’ambiente naturale attraverso l’utilizzo efficiente di energia, acqua e altre risorse; attraverso la protezione della salute degli occupanti e il miglioramento della produttività e la riduzione dei rifiuti, dell’inquinamento e del degrado ambientale.

Tra i punti cardine di una “ristrutturazione sostenibile” rientrano senza alcun dubbio la scelta e l’utilizzo di materiali naturali ed ecologici, come il legno, che garantiscono una riduzione del rischio di emissioni inquinanti nell’abitazione e creano un ambiente salubre; il risparmio energetico che si ottiene con un buon isolamento termico prima, e un buon sistema di riscaldamento e/o raffrescamento dopo.

Ancora, l’isolamento acustico, il risparmio idrico, lo studio dettagliato della luce sia naturale che artificiale: più sarà giusta la progettazione illuminotecnica, maggiore sarà il risparmio energetico ed economico.

In ogni lavoro la nostra “missione” è effettuare una progettazione in grado di soddisfare al meglio le richieste dei committenti senza però dimenticarsi della necessità di non stravolgere i ritmi e le risorse naturali, senza portare danni agli altri e cercando di inserirsi in modo armonioso nel contesto.

Per approfondire queste tematiche è possibile visitare la sezione blog del nostro sito www.antoniodimaro.it

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Lo stile industriale: cos’è e le sue caratteristiche https://www.antoniodimaro.it/lo-stile-industriale-cose-e-le-sue-caratteristiche/ Sat, 11 Feb 2017 07:59:09 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2458 L'articolo Lo stile industriale: cos’è e le sue caratteristiche proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Hai sentito parlare dell’arredamento industriale e vuoi scoprirne le caratteristiche? Conosciamole insieme.

Origine e affermazione
L’arredamento industriale nasce negli anni Cinquanta a New York con il recupero e il riuso di spazi dismessi che in precedenza erano utilizzati per ospitare uffici, industrie, centri direzionali.
Da allora, migliaia di vecchi depositi e magazzini sono stati recuperati e utilizzati come abitazioni, rivendicando la bellezza delle fabbriche.
È poi arrivato alla notorietà grazie ai film americani e alle serie tv ambientati in questi spazi, e grazie all’affermarsi della Pop Art capeggiata da Andy Warhol e la sua Factory.

Lo stile industriale pian piano si afferma nelle metropoli per poi conquistare anche le più piccole realtà locali.
Oggi, con la tendenza all’evitare l’ulteriore sfruttamento di suolo e con il conseguente recupero degli spazi, gli appartamenti in stile industriale sono in notevole aumento.

Caratteristiche
Lo stile industriale parte dalla scelta dello spazio abitativo: i loft, gli open space sono i più adatti, in quanto, disponendo di ampi e ariosi ambienti con poche tramezzature, imitano alla perfezione i veri spazi industriali.

Si caratterizza per un design particolare, basato su linee sobrie, essenziali e nette: in questo modo gli arredi sono funzionali, assolutamente basici e fatti di materiali resistenti; sono dotati di una robusta semplicità e di un fascino grunge che consente loro di essere inseriti in qualunque ambiente, dal salotto alla cucina, dal bagno alla camera da letto, in maniera molto originale.
Ed è proprio per questo motivo che progettare e arredare in stile industriale non è operazione semplice: è necessario scegliere lo spazio giusto, progettarlo e arredarlo senza scadere nella monotonia, per evitare il rischio di realizzare ambienti freddi e molti poco accoglienti.
Per far ciò è necessario avere spazi aperti ma non dispersivi, scegliere materiali grezzi ma caldi, arredi essenziali ma equilibrati.
L’arredamento industriale è sempre più apprezzato grazie alle sue caratteristiche: è moderno, dinamico e allo stesso tempo estroso.

La progettazione industriale
Un ambiente industriale è uno spazio aperto nel quale, data l’assenza di partizioni interne presenta la struttura portante a vista: spesso essa è costituita da pilastri in cemento armato, o, ancora più frequentemente, da colonnine in ghisa.
Gli ambienti sono solitamente molto alti e spesso a doppia altezza, con la presenza di soppalchi, ai quali si accede attraverso scale in ferro e nei quali troviamo zone studio, uffici, e zona notte.
Se ci troviamo all’ultimo piano di uno stabile, il solaio di copertura avrà travi a vista, in legno o acciaio, gli impianti saranno ben visibili.
Lo stile industriale per eccellenza vuole che condotte e tubi non siano nascosti ma ben in vista.
I pavimenti sono realizzati con una resina industriale o in cemento lucidato, così da non avere fughe e donare una ulteriore sensazione di continuità.
Le pareti perimetrali sono lasciate grezze, con intonaci chiari sui toni del bianco, panna, tortora o con mattoni a vista di recupero: un vero spazio industriale presenta quasi sempre una parete con mattoncini grezzi o rifiniti con una mano di pittura.
Le vetrature sono molto ampie, proprio per conferire luminosità e aria agli ambienti: gli infissi in alluminio presentano spesso una scansione quadrangolare con alternanza di parti fisse e parti apribili.
I metalli ferrosi sono chiaramente i più gettonati ma, per evitare di rendere gli ambienti freddi, anche il legno e il rame sono molto adatti.

L’arredamento industriale
Il tocco finale in un loft è dato dall’arredamento. In questo caso, più di ogni altro, scegliere i giusti pezzi per l’arredamento rappresenta l’operazione più difficile: con pochi elementi, infatti, si dovrà connotare l’ambiente secondo lo stile scelto.

E lo stile industriale è fatto di pezzi essenziali, di recupero, oggetti vintage e di mobilio dalle linee pulite.
Lo stile industriale non nasconde, mostra. Travi, tubi, mattoni, e chi più ne ha più ne metta. Se avete scelto questo stile in un qualsiasi ambiente della casa, dovete allora tenere a mente tutti questi aspetti strutturali che qualsiasi altro stile avrebbe cercato di nascondere. Anche i mobili fuggono dalla perfezione dei mobili in serie e lasciano che la luce ne metta in evidenza  le saldature e le imperfezioni della verniciatura.

Affrontiamo ora i diversi ambienti.
La zona giorno è spesso composta da una cucina a vista con penisola e piani di lavoro sui quali sono ben visibili macchinari e impianti; il tavolo è costituito da un pianale di recupero in legno con sedie stilizzate ed essenziali.
Il soggiorno presenta divani dalle forme morbide in pelle collocati magari attorno ad una stufa in ghisa, elemento tipico dello stile industriale.
La zona notte cerca di farsi più accogliente con l’uso di tappeti, di biancheria da letto, di tessuti dai colori tenui e caldi.
I locali di servizio hanno la stessa conformazione di quelli classici, con un tocco in più di cemento e vetro nella scelta dei materiali.
Il vero stile industriale vuole che le suppellettili, spesso di recupero, come vecchi orologi, armadi, elementi ferrosi di macchinari, vengano posizionati a terra, come se fossero provvisori, senza una vera e propria collocazione.

Zona giorno stile industriale

 

Il colore
Se c’è un colore che non dovrebbe mai mancare nella vostra casa in stile industriale è il grigio. Mobili o lampade in materiale metallico richiamano l’arredamento industriale, ma anche i tessuti per il  divano o il letto possono assolvere questa funzione, se in grigio. Questo colore, protagonista indiscusso, può essere unito anche col beige, il bianco e il nero. Se volete portare un po’ di colore a contrasto potete sempre farlo con un pezzo di arredamento fuori dalla gamma di colori dominanti.

colore stile industriale

 

La luce
La luce è molto importante in questo tipo di stile perché riesce ad alleggerire l’atmosfera, poiché elementi come i mobili in metallo possono risultare visivamente pesanti.

È fondamentale l’apporto di luce naturale, filtrata da grandi vetrate e finestre con degli infissi il più semplice possibile dal punto di vista estetico. Dare una luce giusta a grandi ambienti è molto difficile, è necessario dar vita ad un progetto illuminotecnico commisurato alle attività che vi si svolgeranno. Potete cercare lampade ingombranti e di grandi dimensioni che portano la luce diretta nella stanza e mantengono lo spirito industriale dei loft newyorkesi degli anni Cinquanta: lampade da terra e faretti si alterneranno a quelle a sospensione i cui fili dovranno essere ben visibili per richiamare alla perfezione la conformazione di una fabbrica.

luce stile industriale

 

Versatilità
Lo stile industriale coesiste con qualsiasi altra decorazione, e questo è appunto uno dei suoi principali vantaggi. Se in un salotto avete un camino di marmo questo non si scontrerà con mattoni a vista, tavolino in metallo e lampade industriali. Al contrario, questo tocco anacronistico otterrà un effetto molto speciale nel salotto, portando senso di calore e accoglienza.

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Dividere la Cucina dal Soggiorno, 11 soluzioni efficaci per non rinunciare all’open space https://www.antoniodimaro.it/dividere-la-cucina-dal-soggiorno-11-soluzioni-efficaci-per-non-rinunciare-allopen-space/ https://www.antoniodimaro.it/dividere-la-cucina-dal-soggiorno-11-soluzioni-efficaci-per-non-rinunciare-allopen-space/#respond Tue, 06 Dec 2016 18:54:12 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=1575 L'articolo Dividere la Cucina dal Soggiorno, 11 soluzioni efficaci per non rinunciare all’open space proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Creare una separazione tra cucina e soggiorno, combinando praticità ed estetica, è possibile!

 

Oggi sempre più di frequente nelle nuove abitazioni, e in quelle in fase di ristrutturazione, troviamo una unica grande stanza che accoglie cucina, zona pranzo e soggiorno per favorire facilità di movimento e creare un’atmosfera intima e conviviale.

Spesso però questa soluzione può rendere difficile soddisfare l’esigenza di definire la loro transizione e separazione in base alla loro funzione.

Come conciliare allora il desiderio di avere uno spazio unico con l’esigenza di definirne le funzioni?

Ecco come valorizzare il tuo open space, con stile, sfruttando soluzioni differenti e ricche di spunti e opportunità, per separare la cucina dalla zona pranzo e dal soggiorno senza dover rinunciare né alla convivialità, né alla fluidità di movimento.

Ecco 11 soluzioni efficaci per separare la cucina dal soggiorno in modo funzionale.

 

  1. Porta scorrevole

Una porta scorrevole consente di adattare la configurazione dell’ambiente secondo le tue necessità, e garantisce uno sfruttamento ottimale di tutto lo spazio a disposizione perché non necessita di volumi da dedicare all’apertura dei battenti. Lo scorrimento permette di dosare apertura e chiusura delle porte a seconda delle esigenze.

Se sei propenso a questa soluzione sceglila in vetro, permetterà alla luce naturale di muoversi liberamente tra un ambiente e l’altro.

Per rendere questa soluzione discreta il più possibile puoi installare il pannello in modo che corra attraverso un binario attaccato al soffitto.

 

  1. Scaffale a giorno

Lo scaffale a giorno, o libreria aperta, è il mobile più utilizzato per questo genere di transizione.

Offre il vantaggio di unire l’utile -una superficie per sistemare le cose- all’estetica -un modo per valorizzare oggetti d’arredo e opere d’arte-. Puoi collocare la libreria per separare la cucina dal resto della stanza.

Al fine di alleggerire l’atmosfera, è preferibile che non abbia le stesse dimensioni della parete parallela ma che sia più corta e posta centralmente, così da lasciare dei passaggi laterali tra i due ambienti.

In questo modo le stanze saranno molto luminose, oltre che comunicanti perché lo spazio può svilupparsi e comunicare liberamente, pur trovando la necessaria organizzazione in cui le diverse funzioni e caratteristiche vengono in evidenza. Lo scaffale a giorno permette una comunicazione continua tra i due ambiti e allo stesso tempo agisce come filtro e cornice per entrambi gli ambienti.

I soprammobili e i libri possono essere posti in parte rivolti verso la sala e in parte verso la cucina così da arredare tutti gli ambienti.

 

  1. Paravento

Il paravento occupa pochissimo spazio e rappresenta per questo un’idea perfetta per segmentare un luogo aperto.  In una versione moderna e rinnovata, diventa un elemento di decorazione fissa che lascia passare la luce e non impedisce di vedere ciò che succede dietro. Permette così di organizzare la circolazione tra cucina e soggiorno, senza chiudere o appesantire l’ambiente.

 

  1. Penisola e Isola

Attraverso la penisola è possibile circoscrivere lo spazio della cucina, abbracciandolo in maniera netta e decisa senza però chiuderlo. Il soggiorno vi si affaccerà, connettendo le due dimensioni.

La penisola attrezzata rappresenta una delle migliori soluzioni per separare la cucina dal soggiorno, dando origine a due ambienti ben individuati e separati quanto organicamente integrati e fluidi. Costituisce un collegamento che permette di dividere e unire allo stesso tempo. Lo spazio da dedicare alla preparazione dei cibi si integra in questo modo con quello dedicato al relax e alla condivisione in maniera fluida e aperta.

Valida alternativa alla penisola è costituita dall’isola. Si trasforma, a seconda delle necessità, da area di preparazione -senza posti a sedere- a zona bar -con degli sgabelli-, diventando così luogo ideale per i pasti, o anche solo per prendere il caffè. Questo tipo di configurazione si adatta a ogni stile e modo di vita.

 

  1. Parete divisoria aperta

Se vuoi chiacchierare con i tuoi ospiti in soggiorno senza essere disturbato durante le preparazioni in cucina, ecco la soluzione ideale. Una parete divisoria aperta gioca in modo grafico ed estetico con i pieni e i vuoti, permettendo di mantenere l’intimità senza chiudere gli spazi.

La cucina semiaperta è visibile senza prevalere sul soggiorno.

  1. Mobile con doppia apertura

Con un mobile basso guadagni spazio ed un contenitore dove riporre ciò di cui hai necessità. È consigliabile avere una doppia apertura così da poterlo sfruttare al meglio, da entrambi i lati. Inoltre, il mobile può diventare anche un’interessante base d’appoggio per soprammobili e complementi d’arredo. Per alleggerire l’ambiente, è consigliabile integrare nel mobile inserti in vetro. Il satinato riduce la luminosità, ma nasconde ciò che è all’interno.

  1. Doghe in legno

La divisione può assumere un carattere puramente simbolico e diventare parte integrante dell’arredo. Delle doghe in legno, disposte verticalmente l’una accanto all’altra, danno vita a un effetto ottico, che consente di separare gli ambienti pur mantenendo una continuità visiva. La distanza tra i listelli e la scelta del colore determineranno il colpo d’occhio della composizione, che varierà in base ai gusti personali di ognuno.

  1. Gradino

Variare le altezze, anche di poco, può essere un eccellente modo per separare gli ambienti. Un gradino permette di sottolineare la transizione tra cucina e zona pranzo. Permette di definire uno spazio nello spazio. Una volta superato il gradino, si arriva direttamente nella zona di ricevimento.

  1. Pavimentazione diversificata

Differenziare la pavimentazione è un modo ideale per separare due aree senza pareti fisiche.

Se ad esempio hai il parquet delle piastrelle valorizzeranno la stanza e creando una vera separazione. Le mattonelle hanno anche il vantaggio di essere facili da pulire.

 

  1. Soffitto colorato e controsoffitto

Puoi sottolineare la separazione tra le aree puntando sul soffitto.

Se tratti diversamente la parte sopra la zona cucina con un colore diverso e/o un controsoffitto si creerà un elemento di rottura, rendendo la zona cucina più intima.

Il controsoffitto ha il vantaggio di nascondere gli apparati tecnici e di poter accogliere dei faretti incassati, per un’illuminazione ideale.

  1. Tenda

Potrebbe sembrarti un’idea bizzarra ma una tenda offre molti vantaggi. Giocando con le trasparenze, questa lascia intravedere cosa succede dall’altro lato e permette di filtrare delicatamente la luce. Puoi decidere di chiuderla completamente o di aprirla per modulare lo spazio in funzione delle necessità.

 

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