Architettura – Antonio Di Maro | Architetto Napoli https://www.antoniodimaro.it Antonio Di Maro | Architetto Napoli Sun, 30 Mar 2025 18:47:36 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.3.18 Carlo Scarpa: Maestro dell’Architettura e del Restauro https://www.antoniodimaro.it/carlo-scarpa-maestro-dellarchitettura-e-del-restauro/ https://www.antoniodimaro.it/carlo-scarpa-maestro-dellarchitettura-e-del-restauro/#respond Sun, 30 Mar 2025 18:47:25 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=5105 Carlo Scarpa è una figura imprescindibile nell’architettura italiana del XX secolo, noto per la sua capacità di fondere innovazione, artigianalità e profondo rispetto per la tradizione. Il suo lavoro, che spazia dalla progettazione di edifici moderni al restauro di monumenti […]

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Carlo Scarpa è una figura imprescindibile nell’architettura italiana del XX secolo, noto per la sua capacità di fondere innovazione, artigianalità e profondo rispetto per la tradizione. Il suo lavoro, che spazia dalla progettazione di edifici moderni al restauro di monumenti storici, continua a influenzare architetti e designer in tutto il mondo. In questo articolo, esploreremo la vita, le opere e l’eredità di Carlo Scarpa, evidenziando gli elementi che ne hanno fatto uno dei protagonisti del design italiano.

Biografia e Formazione

Nato a Venezia nel 1908, Carlo Scarpa cresce in un ambiente ricco di storia e cultura, elementi che avranno un ruolo fondamentale nella sua formazione artistica. Dopo gli studi in architettura, Scarpa inizia a lavorare in un’epoca in cui l’innovazione e la sperimentazione erano al centro del dibattito architettonico. La sua formazione, unita alla sensibilità per i dettagli e alla passione per i materiali, lo porta a sviluppare un approccio unico, capace di coniugare modernità e tradizione.

Scarpa si distingue fin dai primi lavori per l’attenzione al contesto storico e ambientale, integrando nelle sue opere elementi di artigianato e design raffinato. La sua capacità di lavorare in sinergia con il passato, reinterpretandolo in chiave moderna, gli permette di creare spazi che rispettano la storia pur rimanendo innovativi.

La Filosofia del Design di Carlo Scarpa

Il lavoro di Carlo Scarpa è caratterizzato da una ricerca costante dell’equilibrio tra funzionalità ed estetica. Egli credeva che ogni progetto dovesse raccontare una storia, una narrazione fatta di luce, materiali e dettagli architettonici. Questa filosofia lo porta a considerare ogni intervento come un’opera d’arte, dove anche il più piccolo particolare ha un significato e un ruolo preciso.

La scelta dei materiali è un altro aspetto fondamentale del suo lavoro. Scarpa amava sperimentare con il legno, il vetro, il metallo e la pietra, creando combinazioni che esaltano le qualità intrinseche di ciascun elemento. Il suo approccio artigianale si riflette nei dettagli costruttivi e nelle finiture, rendendo ogni sua opera unica e inconfondibile.

Opere Significative e Progetti Iconici

Museo di Castelvecchio – Un Ponte tra Storia e Modernità

Uno dei lavori più celebri di Carlo Scarpa è il restauro del Museo di Castelvecchio a Verona. Questo progetto rappresenta un perfetto esempio della sua capacità di dialogare con il passato. Scarpa ha saputo integrare elementi moderni all’interno di un contesto storico, rispettando la struttura originaria e arricchendola con dettagli contemporanei. L’uso sapiente della luce, dei materiali e della pavimentazione trasforma il museo in uno spazio espositivo che valorizza le opere d’arte e racconta la storia del luogo.

La Tomba Brion – La Metafora del Tempo

Un’altra opera iconica è la Tomba Brion, situata a San Vito d’Altivole. Questo monumento funebre è considerato una delle opere più rappresentative del pensiero di Scarpa. La struttura, caratterizzata da spazi fluidi e da un uso poetico dell’acqua e della luce, è una metafora del tempo che passa e dell’intensità dei sentimenti. Ogni dettaglio, dalla scelta delle pietre al gioco di ombre e riflessi, contribuisce a creare un ambiente di meditazione e rispetto, rendendo la Tomba Brion un capolavoro dell’architettura contemporanea.

Palazzo Abatellis e Altri Interventi

Carlo Scarpa ha curato numerosi altri progetti, tra cui restauri e ampliamenti di edifici storici. Il suo intervento al Palazzo Abatellis, sede della Galleria d’Arte Medievale a Palermo, è un esempio lampante del suo impegno nel preservare e valorizzare il patrimonio storico. Attraverso un’attenta analisi degli spazi e una progettazione che rispetta la storia degli edifici, Scarpa ha saputo creare ambienti che favoriscono una fruizione contemporanea, senza compromettere l’integrità storica delle strutture.

L’Influenza di Carlo Scarpa sul Design Contemporaneo

L’eredità di Carlo Scarpa si estende ben oltre i confini dell’architettura classica. Il suo approccio, che unisce tradizione e innovazione, continua a influenzare numerosi architetti e designer contemporanei. La capacità di dare nuova vita agli spazi storici, reinterpretandoli in chiave moderna, è un insegnamento prezioso per chi lavora nel campo del restauro e della progettazione. Scarpa ha dimostrato che il rispetto per il passato e la ricerca dell’innovazione possono convivere in armonia, dando vita a opere che sono al tempo stesso funzionali e artistiche.

Il suo lavoro ha aperto la strada a una nuova visione dell’architettura, in cui ogni elemento – dalla struttura principale ai minimi dettagli costruttivi – ha una valenza estetica e funzionale. Questa visione integrata del progetto ha fatto di Carlo Scarpa un pioniere, il cui pensiero rimane attuale e stimolante anche per le sfide del design del XXI secolo.

La Ricerca della Perfezione e il Valore del Dettaglio

Uno degli aspetti più affascinanti del lavoro di Carlo Scarpa è la sua attenzione maniacale per il dettaglio. Ogni giunzione, ogni finitura e ogni scelta di materiale sono il risultato di una riflessione profonda e di un’analisi attenta delle potenzialità estetiche e funzionali. Questa ricerca della perfezione traspare in ogni suo progetto, facendo sì che gli spazi da lui realizzati siano non solo opere architettoniche, ma vere e proprie esperienze sensoriali.

Il modo in cui Scarpa ha saputo integrare l’antico con il moderno offre spunti preziosi per il restauro e la conservazione del patrimonio culturale. La sua capacità di trasformare gli spazi in narrazioni visive, dove la luce e il materiale dialogano tra loro, è diventata un punto di riferimento per chiunque voglia innovare senza dimenticare le radici storiche.

Conclusione

Carlo Scarpa rimane una delle figure più influenti dell’architettura italiana, il cui lavoro ha saputo coniugare tradizione, innovazione e un profondo senso estetico. Dalle opere monumentali come il restauro del Museo di Castelvecchio alla suggestiva Tomba Brion, Scarpa ha lasciato un segno indelebile nel panorama del design e del restauro. La sua capacità di reinterpretare il passato e di dare nuova vita agli spazi storici è un esempio luminoso per le nuove generazioni di architetti e designer.

Il contributo di Carlo Scarpa alla cultura del design è e continuerà ad essere fonte di ispirazione, offrendo spunti di riflessione e modelli innovativi per la progettazione architettonica contemporanea. Attraverso il suo lavoro, Scarpa ha dimostrato che l’arte del restauro e della progettazione può essere un dialogo continuo tra passato e futuro, capace di creare spazi che emozionano e che raccontano storie senza tempo.

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Gio Ponti: Il Maestro del Design Italiano e l’Innovazione nell’Architettura https://www.antoniodimaro.it/gio-ponti-il-maestro-del-design-italiano-e-linnovazione-nellarchitettura/ https://www.antoniodimaro.it/gio-ponti-il-maestro-del-design-italiano-e-linnovazione-nellarchitettura/#respond Sun, 30 Mar 2025 08:04:32 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=5084 ioGio Ponti è uno dei nomi più importanti e influenti del design e dell’architettura del XX secolo. La sua visione innovativa, la capacità di coniugare tradizione e modernità, e il suo impegno nel promuovere il Made in Italy hanno lasciato […]

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ioGio Ponti è uno dei nomi più importanti e influenti del design e dell’architettura del XX secolo. La sua visione innovativa, la capacità di coniugare tradizione e modernità, e il suo impegno nel promuovere il Made in Italy hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte e del design. In questo articolo, esploreremo in dettaglio la vita, le opere e l’eredità di questo straordinario architetto e designer, illustrando come il suo pensiero abbia plasmato il panorama culturale e tecnico italiano.

Chi era Gio Ponti? Vita e Formazione

Giovanni “Gio” Ponti nacque a Milano il 18 novembre 1891, in un’epoca di fermento culturale e innovazione artistica. Cresciuto in una città che stava rapidamente diventando il cuore pulsante della modernità in Italia, Ponti mostrò sin da giovane un’innata passione per l’arte e l’architettura. Si laureò presso il Politecnico di Milano nel 1921, un percorso formativo che gli permise di acquisire solide basi tecniche e un approccio innovativo al design.

Dopo gli studi, Ponti iniziò a collaborare con architetti e artisti di spicco, tra cui Emilio Lancia, che contribuì a formare il suo stile unico. La sua carriera si sviluppò in parallelo a quella di altri grandi innovatori del periodo, e ben presto Ponti si affermò come una figura di riferimento nel panorama del design italiano, caratterizzato da una visione che superava i confini convenzionali dell’architettura tradizionale.

L’Inizio di una Carriera Multidimensionale

Nel corso degli anni ’30, Gio Ponti divenne uno dei principali protagonisti del design industriale e dell’architettura moderna in Italia. Fu un pioniere nel promuovere il concetto di “bello e utile”, fondendo funzionalità e estetica in un modo che pochi avevano osato sperimentare fino ad allora. La sua attività non si limitò alla progettazione di edifici: Ponti fu anche un grande innovatore nel campo del design d’interni, della ceramica e dell’illuminazione.

Un aspetto fondamentale della sua carriera fu la capacità di collaborare con importanti aziende italiane. Marchi come Cassina, Richard Ginori e Fontana Arte riconobbero il talento di Ponti, affidandogli progetti che avrebbero segnato la storia del design. Le collaborazioni con questi brand contribuirono a consolidare la reputazione del “Made in Italy” a livello internazionale, facendo di Ponti un ambasciatore della creatività e dell’innovazione italiana.

Le Opere Iconiche di Gio Ponti

Torre Pirelli: Simbolo di Modernità

Uno dei progetti più celebri firmati da Gio Ponti è senza dubbio la Torre Pirelli, realizzata tra il 1956 e il 1960 a Milano. Questo grattacielo, che si erge per 127 metri, è diventato un simbolo dell’innovazione architettonica italiana. La Torre Pirelli non è soltanto un esempio di eleganza formale, ma rappresenta anche una perfetta sinergia tra ingegneria e design. Ponti, insieme a collaboratori come Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso, ha saputo creare un edificio che fonde robustezza strutturale e una raffinata leggerezza estetica, elementi che ancora oggi affascinano studiosi e appassionati di architettura.

La Sedia Superleggera di Cassina: Un’Icona del Design d’Arredo

Nel 1957, la collaborazione con Cassina portò alla nascita della celebre sedia Superleggera. Questo capolavoro di design, caratterizzato dalla leggerezza e dalla resistenza dei materiali, è un esempio perfetto dell’approccio di Ponti: ridurre l’oggetto al minimo indispensabile senza rinunciare alla bellezza. La Superleggera, con le sue linee essenziali e la funzionalità impeccabile, è ancora oggi uno dei pezzi d’arredo più ricercati e ammirati, simbolo di un’epoca in cui il design assumeva una valenza tanto pratica quanto estetica.

Villa Planchart: Architettura e Paesaggio a Caracas

Un altro progetto significativo è Villa Planchart, realizzata tra il 1953 e il 1957 a Caracas, in Venezuela. Questa villa rappresenta l’applicazione dei principi pontiani in un contesto esotico, dove la luce e il colore giocano un ruolo fondamentale. La struttura, caratterizzata da spazi ampi e aperti, si integra armoniosamente con il paesaggio circostante, evidenziando la capacità di Ponti di adattare il proprio stile a differenti contesti culturali e ambientali. Villa Planchart è un esempio lampante della sua abilità nel trasformare un’abitazione in un’opera d’arte, dove ogni dettaglio contribuisce a creare un’esperienza visiva e sensoriale unica.

La Chiesa di San Francesco al Fopponino: Sacralità e Modernità

Tra le opere dedicate all’architettura sacra, la Chiesa di San Francesco al Fopponino, realizzata tra il 1961 e il 1964, occupa un posto di rilievo. Con un design che sposa geometria e luminosità, questo edificio rappresenta una delle più riuscite espressioni di architettura sacra moderna. La chiesa, con le sue forme essenziali e il gioco di luci e ombre, invita i fedeli e i visitatori a un’esperienza di spiritualità e contemplazione, dimostrando come l’innovazione possa andare di pari passo con il rispetto per la tradizione religiosa.

L’Impatto di Gio Ponti sulla Cultura del Design

Oltre alle opere architettoniche, Gio Ponti ha avuto un impatto duraturo anche sul campo del design editoriale. Nel 1928 fondò la rivista Domus, che divenne ben presto una delle pubblicazioni più autorevoli nel settore dell’architettura e del design. Domus ha rappresentato una piattaforma fondamentale per la diffusione delle idee moderne, offrendo una vetrina internazionale per architetti, designer e artisti. La rivista non solo promuoveva il dialogo tra le diverse correnti artistiche, ma contribuiva anche a diffondere la cultura del design come elemento chiave per la rinascita dell’architettura italiana.

Ponti credeva fermamente nella capacità del design di migliorare la qualità della vita, un’idea che lo portò a sperimentare soluzioni innovative in ogni campo, dal mobilio alle soluzioni urbanistiche. La sua attenzione per i dettagli, la ricerca costante della funzionalità e l’impegno per un’estetica moderna e pulita hanno ispirato generazioni di designer e architetti, creando un’eredità che perdura ancora oggi.

Le Collaborazioni e il Successo Internazionale

Il percorso di Gio Ponti fu caratterizzato anche da numerose collaborazioni che contribuirono a diffondere il design italiano nel mondo. Lavorare con aziende di prestigio e istituzioni culturali permise a Ponti di esporre le proprie idee a un pubblico globale, contribuendo a definire gli standard estetici e funzionali che ancora oggi influenzano il settore. Le partnership con brand internazionali hanno rafforzato la reputazione di Ponti come innovatore, capace di unire la tradizione artigianale italiana con le tecnologie più avanzate del tempo.

Le mostre e le esposizioni dedicate alle sue opere hanno ulteriormente consolidato il suo status di icona del design. Musei e istituzioni culturali in tutto il mondo continuano a celebrare le sue creazioni, dimostrando come l’eredità di Ponti sia diventata parte integrante della storia dell’arte e dell’architettura moderna.

L’Influenza di Gio Ponti nel Design Contemporaneo

L’eredità di Gio Ponti si riflette non solo nelle opere architettoniche e nei pezzi d’arredo realizzati nel suo tempo, ma anche nell’approccio contemporaneo al design. I principi pontiani, quali l’attenzione per la funzionalità, la semplificazione delle forme e l’uso innovativo dei materiali, sono ancora oggi alla base di molti progetti moderni. Le sue idee hanno ispirato una nuova generazione di architetti e designer, che continuano a reinterpretare il concetto di “bello e utile” in chiave moderna.

Il suo contributo va oltre la semplice estetica: Ponti ha promosso una visione del design come strumento di miglioramento della vita quotidiana. Le sue opere invitano a riflettere sul ruolo dell’architettura e dell’oggetto di design nella creazione di spazi che favoriscano il benessere, l’armonia e l’innovazione sociale. Questa eredità intellettuale e pratica rende Gio Ponti una figura senza tempo, capace di dialogare con le esigenze contemporanee pur mantenendo un legame profondo con le radici della tradizione italiana.

La Ricerca dell’Eccellenza e il Futuro del Design

Il percorso di Gio Ponti è un esempio di come la passione per il design e l’architettura possa trasformarsi in un’eredità duratura. La continua ricerca dell’eccellenza e il desiderio di sperimentare nuovi linguaggi formali hanno aperto la strada a innumerevoli innovazioni, che ancora oggi influenzano il settore. Le scuole di design, i programmi universitari e le riviste specializzate continuano a studiare le sue opere per trarre ispirazione e imparare da un maestro che ha saputo rivoluzionare il concetto stesso di design.

In un’epoca in cui il mondo è in continua evoluzione, le idee di Gio Ponti offrono spunti preziosi per affrontare le sfide del futuro. La necessità di creare spazi sostenibili, funzionali e in armonia con l’ambiente urbano e naturale trova in Ponti un modello di riferimento, un punto di incontro tra tradizione e innovazione. La sua capacità di integrare estetica e funzionalità rappresenta un insegnamento fondamentale per tutti coloro che operano nel campo dell’architettura e del design.

Conclusione

Gio Ponti non è stato soltanto un architetto e designer, ma un vero e proprio visionario che ha trasformato il modo di concepire lo spazio e l’oggetto. La sua carriera, costellata di opere iconiche come la Torre Pirelli, la sedia Superleggera e la Chiesa di San Francesco al Fopponino, è un percorso ricco di innovazione, creatività e impegno culturale. Grazie alla sua fondazione della rivista Domus e alle numerose collaborazioni con aziende di fama internazionale, Ponti ha contribuito a diffondere il valore del design italiano in tutto il mondo, creando un’eredità che continua a vivere e a ispirare.

In conclusione, Gio Ponti rimane una figura imprescindibile nel mondo dell’architettura e del design, il cui pensiero e le cui opere continuano a influenzare e ispirare. Il suo lascito si rivela oggi più che mai attuale, offrendo spunti di riflessione per affrontare le sfide del design contemporaneo con creatività e responsabilità. Esplorare il suo percorso significa immergersi in un universo di innovazione e bellezza, un viaggio nel cuore dell’arte italiana che non smette mai di stupire.

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Riqualificazione Palazzo dello Spagnolo, alcune proposte utili https://www.antoniodimaro.it/riqualificazione-palazzo-dello-spagnolo-alcune-proposte-utili/ https://www.antoniodimaro.it/riqualificazione-palazzo-dello-spagnolo-alcune-proposte-utili/#respond Tue, 22 Feb 2022 15:14:32 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=4954 Il palazzo dello Spagnolo di Napoli è un edificio tra i più caratteristici del capoluogo campano. Ma si potrebbe fare qualcosa di più per garantirne la conservazione e la valorizzazione? Vediamolo insieme. Storia Il palazzo dello Spagnolo venne edificato a […]

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Il palazzo dello Spagnolo di Napoli è un edificio tra i più caratteristici del capoluogo campano. Ma si potrebbe fare qualcosa di più per garantirne la conservazione e la valorizzazione? Vediamolo insieme.

Storia

Il palazzo dello Spagnolo venne edificato a partire dal 1738 dal marchese Nicola Moscati, che decise di unire due precedenti edifici ricevuti in dote dalla moglie. A curare e seguire i progetti e le varie costruzioni, fu l’architetto Ferdinando Sanfelice. Oggi questo splendido edificio storico, situato nel cuore pulsante della città di Napoli è diventato un importante emblema culturale ed artistico.

Il nome attuale del palazzo risale al XIX secolo, quando gli appartamenti del primo e secondo piano dell’edificio furono ceduti ad un nuovo proprietario, Tommaso Atienza detto “lo Spagnolo”. A questo periodo storico risalgono tantissimi affreschi decorativi realizzati nelle sale del palazzo, ma che purtroppo oggi sono andati perduti quasi del tutto. Nel corso degli anni il palazzo è diventato proprietà di diverse famiglie, fino ad essere poi dichiarato nel 1925 da Umberto di Savoia, monumento nazionale.

I racconti storici legati a questo emblematico edificio sono davvero tantissimi, si narra infatti, che le sale del Palazzo dello Spagnolo fossero frequentate abitualmente da Carlo III di Borbone, il quale, spesso si fermava per sostituire i propri cavalli.

Il Palazzo Spagnolo in epoca moderna

Riqualificazione Palazzo dello Spagnolo nel quartiere Sanità a NapoliNel corso del tempo, l’intero edificio fu pian piano diviso in tante piccole parti, che oggi appartengono a proprietà private differenti. Attualmente, l’ultimo piano del Palazzo dello Spagnolo di Napoli appartiene alla regione Campania, che si occupa del mantenimento e del restauro degli appartamenti.

Per il secondo e terzo piano dell’edificio, invece, è stato riservato un progetto molto importante e cioè, quello di realizzare un grande museo dedicato al famosissimo Totò. Si tratta, però, di un’idea che ancora non ha visto sviluppi concreti, per ora resta un bellissimo progetto da attuare.

Per l’epoca moderna in cui viviamo il Palazzo dello Spagnolo rappresenta un posto di grandissimo rilievo, non solo per la sua natura nobiliare, ma anche perché un tempo ospitava l’Istituto delle Guarattelle.

Il popolo partenopeo è molto legato alla tradizione artistica dei burattini, e all’interno del palazzo il museo dedicato a burattini e maschere locali, era un punto di riferimento per i cittadini napoletani.

Il suo affascinante stile architettonico

Riqualificazione Palazzo dello Spagnolo nel quartiere Sanità a NapoliIl Palazzo dello Spagnolo è caratterizzato dalla bellezza e dal fascino intramontabile dello stile architettonico Barocco napoletano. Uno degli elementi architettonici più emblematici dell’edificio è sicuramente la scala a doppia rampa che caratterizza una parte della facciata interna del palazzo storico. È proprio l’imponenza di questa doppia scala a rendere davvero unico e suggestivo il Palazzo dello Spagnolo di Napoli.

Oltre agli elementi architettonici di forte impatto estetico, anche le decorazioni sono molto caratterizzanti. La maggior parte degli stucchi decorativi, infatti, rispecchiano perfettamente lo stile unico del rococò e furono realizzate nel 1740. Gli stucchi decorativi non compaiono solo sulle pareti, ma sono anche un elemento caratterizzante delle porte del palazzo. Qui infatti, gli stucchi ritraggono i volti dei vari componenti della famiglia che un tempo abitava le sale del palazzo.

La bellezza suggestiva ed affascinante del Palazzo dello Spagnolo di Napoli ha incuriosito anche tantissimi registi, diventando lo scenario perfetto per moltissime pellicole cinematografiche di successo. Alcuni dei film più importanti come ad esempio, il Giudizio Universale di Vittorio De Sica, in alcune scene hanno visto protagonista questo spettacolare ed emblematico Palazzo storico di Napoli.

Quartiere e dintorni: come riqualificare la zona

Il palazzo dello Spagnolo nasce nel cuore pulsante della città di Napoli, in particolare, nel Rione Sanità, una zona ricca di storia e cultura, che spesso non viene valorizzata come meriterebbe. Nei dintorni di questo splendido edificio storico, troviamo l’antica Via Vergini, una strada che penetra tutto il primo tratto meridionale del borgo dove sporge il Palazzo. Da qui è possibile arrivare alla piazzetta dei Vergini e continuare ad ammirare le bellezze artistiche e architettoniche degli altri palazzi antichi del rione.

Nei dintorni è possibile ammirare anche la famosa Porta San Gennaro, Piazza Cavour, e continuare in discesa verso Via Foria, giungendo a Piazza Carlo III. In particolare, però, concentriamo la nostra attenzione sul borgo dei vergini e sulla zona del Rione Sanità, dive sorge il Palazzo dello Spagnolo. Quest’area della città, purtroppo, come abbiamo già detto, non viene sempre valorizzata come meriterebbe, nonostante ciò, per fortuna, è sempre piena di turisti incuriositi ed affascinati dalle sue bellezze, provenienti da tutto il mondo.

A proposito di turismo, se si pensa ad una immediata riqualificazione della zona e quindi, anche dello stesso Palazzo dello Spagnolo, si potrebbe puntare proprio sul grande potenziale turistico che ha tutta la città di Napoli. Il miglior modo per valorizzare il quartiere e riqualificare gli edifici storici, è sicuramente sfruttare il turismo costante ed in forte crescita, che si muove in città durante tutti i periodi dell’anno.

Napoli, infatti, è una delle mete preferite dai turisti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, si tratta inoltre, di un turismo che non è stagionale, come in altre città, ma si distribuisce durante tutto l’anno, sia nei mesi invernali, sia in quelli estivi. In particolar modo, il periodo invernale che attira maggiormente i turisti è quello natalizio, durante il quale l’arte presepiale fa da protagonista lungo l’antica strada di San Gregorio Armeno.

Il Palazzo dello Spagnolo e il suo antico Rione Sanità, sono l’emblema del barocco napoletano e necessitano di una riqualificazione che possa evidenziare e valorizzare al massimo le bellezze artistiche, architettoniche e culturali della zona, ma anche tutte le tradizioni legate ai luoghi più antichi della città. L’edificio, nonostante abbia conservato un fascino unico ed irresistibile durante tutti questi anni, attualmente necessita di alcuni interventi di restauro e ripristino.

Purtroppo, tantissimi dei suoi affreschi su parete si sono quasi totalmente persi, col trascorrere del tempo ed è una grave perdita artistica per la storia dell’arte napoletana. Valorizzare e riqualificare questo importantissimo edificio storico, significherebbe anche incentivare maggiormente il turismo, avvicinandolo ad uno dei quartieri più antichi e affascinanti di Napoli.

Gli interventi, ovviamente, potrebbero interessare non solo le pareti interne di alcune sale importanti, ma anche quelle esterne al palazzo, lungo le bellissime e famosissime scalinate e quelle intorno ai portoni antichi.

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Ripartire dalla bellezza https://www.antoniodimaro.it/puntiamo-alla-bellezza/ https://www.antoniodimaro.it/puntiamo-alla-bellezza/#respond Thu, 30 Apr 2020 14:20:53 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=4531 Facciamo un passo indietro torniamo alla bellezza, torniamo alla riflessione, torniamo al pensiero. Credo che la ripartenza economica, artistica e sociale “post covid” debba essere incentrata proprio su questo termine, la bellezza. Una vera, anzi, una saggia fase 2, dovrebbe […]

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Facciamo un passo indietro torniamo alla bellezza, torniamo alla riflessione, torniamo al pensiero.

Credo che la ripartenza economica, artistica e sociale “post covid” debba essere incentrata proprio su questo termine, la bellezza.

Una vera, anzi, una saggia fase 2, dovrebbe spazzare via insieme al coronavirus i tanti disastri architettonici, sociali, artistici che hanno martoriato i tessuti profondi delle nostre menti e delle nostre anime, creando un vero e proprio “lookdown” dello spirito, che quando smette di “studiare” il modo di elevarsi, resta irrimediabilmente fermo.

 

Dobbiamo puntare alla bellezza, non solo quella dei canoni classici o dei dettami vitruviani, ma bellezza intesa anche come attenzione, cura, passione, dedizione, studio, riflessione.

Puntare sulla bellezza può essere un sapiente strumento di ricrescita e rinascita, e NOI italici, siamo da sempre stati specialisti in questo, generatori di bellezza in tutti i campi del sapere.

 

Sul piano strettamente economico scommettere sulla bellezza, coincide con la realizzazione di un prodotto “sartoriale” , artigianale, durevole nel tempo, posizionandolo sul mercato in una fascia non alta ma “unica” e riconoscibile. Mi domando, quanto costa un abito di Valentino? o che valore ha un Barolo DOCG invecchiato 7 anni? e ancora, quanto amore c’è in una Ferrari? che percezione hanno questi prodotti sul mercato globale?

Stesso discorso vale per i mirabili architetti o artisti che hanno fatto della bellezza e dello studio l’unico motivo della loro esistenza, realizzando prodotti unici e ricordati nel tempo.

 

Sappiamo farlo, genomicamente sappiamo ASSOLUTAMENTE farlo, abbiamo il genoma della bellazza, se non altro perchè siamo figli di essa, abbiamo solo dimenticato di esserlo, puntando e scimmiottando il “fast”, figlio di altre culture che per numeri e tradizione, sono certamente più brave di noi nel realizzarlo.

Credo inoltre che il nostro pianeta non sia più capace di sopportare tutto questo assoluto e umiliante spreco di risorse che genera prodotti “fast” e di discutibile valore assoluto.

 

Se penso all’architettura “fast” mi vengono i brividi, “progetti virtuali”, come si può generare un’architettura saggia e allo stesso tempo veloce?

Come si può studiare, amare, riflettere o anche cambiare idea se tutto DEVE essere veloce?

Come si può concepire uno spazio senza sentirne il profumo o ascoltare la sua essenza?

Credo che “veloci” debbano essere gli atleti, non la società. Il mondo economico e soprattutto il mondo dell’arte ha assoluto bisogno di essere giudizievole, ponderato, per creare qualcosa di eterno di unico bisogna “imparare a ripensare il pensiero”, ogni linea, ogni materiale, deve essere trattato con assoluta “dignità” e occupare il suo posto nello spazio.

 

“Rallentare” non corrisponde a “diminuire” la crescita, ma solamente a rendere unico e bello un prodotto, aumentandone il suo valore materiale ed immateriale.

La mia generazione ha il dovere di puntare sul “made in Italy” e sul “made with wisdom” per non continuare a combattere una guerra impari che in questi anni ci ha visti sconfitti in partenza su più fronti.

Torniamo alla nostra grande storia, torniamo all’arte, al pensiero, puntiamo sulla sensibilità, alle eccellenze, all’intuito artistico e immateriale che ha fatto di noi, una piccola penisola nella “bacinella” del mediterraneo tra i posti più studiati al mondo.

 

Facciamo un passo indietro ritorniamo alla bellezza, ritorniamo alla riflessione, ritorniamo al pensiero.

 

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Come scegliere il divano giusto, ecco una guida completa! https://www.antoniodimaro.it/come-scegliere-il-divano-giusto-ecco-una-guida-completa/ https://www.antoniodimaro.it/come-scegliere-il-divano-giusto-ecco-una-guida-completa/#respond Fri, 14 Jul 2017 10:02:00 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2938 L'articolo Come scegliere il divano giusto, ecco una guida completa! proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Dal ‘700 ad oggi ne ha fatta di strada: introdotto nel mondo occidentale dall’Impero Ottomano, originariamente una panca in legno imbottita e munita di braccioli, oggi il divano è diventato l’emblema della comodità, del relax e del design.

Il divano è ormai uno degli elementi d’arredo principali e più in vista in ogni casa e nella nostra epoca ci si presentano infinite opzioni quando si tratta di scegliere un divano.

Potresti pensare di sapere esattamente quello che vuoi, ma quando entri in un negozio o inizi la ricerca delle immagini, gli stili, le forme e le alternative di personalizzazione del tuo divano la scelta diventa più difficile.

Ecco allora una pratica guida per scegliere il divano perfetto!

Trovare il divano ideale non è semplice, certo, ma partendo dalle basi si può tranquillamente arrivare a selezionare il divano dei sogni in base alle proprie esigenze, allo spazio a propria disposizione e al proprio stile di arredamento.

Per scegliere il divano più adatto alle proprie esigenze bisogna quindi tener conto dei seguenti elementi: lo spazio a disposizione, i componenti della famiglia e le loro esigenze, l’uso che vorrete fare del divano, lo stile di arredamento dell’ambiente circostante.

LO SPAZIO

Innanzitutto, è bene valutare la grandezza dell’ambiente soggiorno che ospiterà il divano, poiché le dimensioni del divano dovranno essere proporzionate a quelle della stanza, in modo da non apparire inadeguato e di ostacolare il passaggio delle persone.

Se avete poco spazio a disposizione è opportuno scegliere un divano a due posti o in alternativa due poltrone. Per far fronte alle esigenze di spazio in ambienti piccoli il nostro consiglio in più è quello di optare per un divano con contenitore, in modo da “salvare spazio” dove poter riporre piccoli oggetti.

Solitamente le misure standard di un divano due posti sono: larghezza da 150 a 185 cm ed profondità di circa 90 cm. Mentre il divano tre posti è largo almeno 200 cm.

Se invece lo spazio a vostra disposizione è ampio scegliete un divano più grande, nelle varianti che preferite: divano con penisola o senza, divano ad angolo, etc.

In un’ open space di grosse dimensioni il divano può fungere da elemento divisorio tra la zona relax-conversazione e la zona pranzo. In questo caso dovrete posizionarlo al centro della stanza, con lo schienale rivolto verso il tavolo da pranzo.

Per capire quanto spazio destinare al vostro divano è importante anche valutare se si vogliono includere nella zona divano un tavolino, una poltrona o altri elementi di arredo. In caso di risposta positiva, lo spazio destinato al divano si ridurrà.

Indipendentemente dallo spazio a disposizione cercate di scegliete un divano le cui dimensioni consentano di lasciare gli spazi necessari per muoversi senza difficoltà.

Per capire quale divano poter scegliere in base allo spazio tenete presente che le misure standard per tipologia di divano sono:

  • Divano con penisola cm 250 x 160
  • Divano ad angolo cm 250 x 200
  • Divano con angolo terminale cm 270 x 230.

 

I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA

Non solo il numero delle persone che vivono in casa, ma anche e soprattutto le abitudini di vita e le necessità di ognuna di esse, rappresentano senz’altro un elemento fondamentale per la scelta del divano giusto.

Infatti, mentre il divano da due o tre posti è adatto per una coppia, una famiglia numerosa avrà sicuramente bisogno di qualche seduta in più.

Se la casa è animata dalla presenza di bambini, sarà consigliabile scegliere un divano resistente alle sollecitazioni e alle macchie, possibilmente foderato con un materiale lavabile.

Nel caso invece di presenza in famiglia di una persona anziana o con problemi alla schiena, si dovrebbe scegliere un divano comodo che integri una postazione relax con seduta ergonomica.

 

L’USO

Altro elemento importante è l’uso a cui dovrà rispondere il vostro divano.

Organizzare con successo uno spazio di vita inizia con l’analisi del tuo stile di vita. Cosa fai di più in questo spazio? Usi il divano per il relax davanti alla televisione? Per lettura e conversazione? Gli spazi sono ridotti e servirà aggiungere un posto letto?

Solo rispondendo a queste domande non sbaglierete nella scelta del divano più adatto a voi.

Se si preferisce il relax la scelta è d’obbligo: divano morbido e grande! E perché no, che integri una comoda chaise longue o una penisola dove potersi sdraiare.

Ma attenzione l’ingombro di tale tipologia richiede molto spazio.

Se invece al relax si preferisce trascorrere il proprio tempo libero a dialogare con gli ospiti, un divano più rigido e di dimensioni più ridotte risulterà sicuramente più formale e adatto a conversare, tuttavia, anche in questa ipotesi, non trascurate la comodità.

Il segreto della “giusta comodità” è tutto nella profondità del sedile! Fa la differenza tra un divano in cui puoi “sprofondare” per guardare un film e uno dove chiacchierare con gli ospiti offrendo un cocktail. Ecco uno schema chiaro e semplice per scegliere la profondità giusta del vostro divano:

  • 45 cm: per un divano moderno ed elegante, ma poco accogliente.
  • 55 cm: profondità minima per sedersi comodamente, ma ancora elegante.
  • 60 cm: Basta abbastanza profonda per sdraiarsi (solo).
  • 80 cm: quel tuffo che ti fa dire: “Forse dormo qui stanotte”.

Nel caso che il principale impiego del divano sia quello di vedere comodamente la TV, ricordate di posizionarlo alla giusta distanza. Per tale motivo vi consigliamo di leggere anche l’articolo “Come posizionare la televisione rispetto al divano per guardarla al meglio?”.

Se il divano funge anche da angolo lettura non dimenticate di dotarlo di illuminazione adeguata.

Infine, se gli spazi in casa sono ridotti e avete intenzione di usare il divano come letto di emergenza per gli ospiti prendete in considerazione al momento dell’acquisto la funzione letto.

divano multifunzione

COMODITA’

Come già detto, indipendentemente dalla destinazione funzionale, non c’è dubbio che per scegliere il divano giusto si deve tenere conto della sua comodità.

Un divano comodo deve avere corretta seduta per evitare errate posture. Le regole generali vogliono che l’altezza del sedile deve essere tale da permettere ai piedi di poggiare al pavimento, mentre i braccioli devono consentire di appoggiare le braccia in modo di attenuare la tensione del collo. Lo schienale poi non dovrebbe essere più corto della spina dorsale.

Contribuiscono al confort del divano, oltre che il tipo di rivestimento, i materiali utilizzati per l’imbottitura. Schiume poliuretaniche, trucioli, piume d’oca ed in ultimo il memory-foam, sono materiali la cui combinazione offre confort diversi.

RESISTENZA

Un divano che duri nel tempo deve avere una struttura in legno massello, in modo da garantire una solidità con il passare degli anni. L’imbottitura per divani può essere realizzata con diversi materiali, solitamente si predilige il poliuretano espanso per la sua resistenza alla deformazione, in alternativa viene utilizzata la gommapiuma o il lattice in fiocchi di silicone.

RIVESTIMENTI

I tanti tipi di rivestimenti disponibili per i divani hanno peculiari caratteristiche che li rendono più o meno confortevoli e soprattutto più o meno resistenti a macchie ed usura.

Ampia scelta risiede nella vastità dei tessuti da rivestimento: dalla pelle alle varie stoffe fino alle fibre sintetiche e ai tessuti naturali come il cotone, la seta, il lino e la lana.

Il divano in pelle, oltre ad essere molto resistente e lavabile, invecchia meglio e resta gradevole nel tempo, ma può essere scomodo d’estate.

Oltre alla piacevole sensazione che offre al tatto, la pelle rende più elegante il divano. In alternativa si può scegliere un rivestimento in similpelle che restituisce sensazioni simili ma è più economico e meno resistente.

I rivestimenti in tessuto hanno il vantaggio di essere molto pratici perché più facili da pulire soprattutto nelle versioni sfoderabili. I tessuti possono essere in fibre naturali o in fibre sintetiche, entrambi si possono scegliere in infinite varianti di tipo, colore e fantasia. In genere i rivestimenti in fibra sintetica sono più resistenti e facili da lavare, ma poco traspiranti.

Per ovviare a tale problema si utilizza un particolare tessuto di fibre sintetiche: la microfibra. Traspirante, gradevole al tatto, lavabile, impermeabile, ma soprattutto confortevole in estate perché fresco, accogliente in inverno perché caldo, per questo motivo consigliatissimo.

Anche la scelta dei tessuti e dei materiali del divano va fatta in funzione delle proprie preferenze e dell’uso che si farà del divano.

 

COLORE

Un divano scuro sembrerà più largo e imponente, mentre un divano chiaro darà all’ambiente un aspetto più spazioso e arioso.

Un tessuto stampato per il divano sarà ottimo per divani che vengono usati moltissimo, oltre che per nascondere le macchie; anche i divani scuri saranno ottimi per camuffare macchie e sporco, e questo li rende ottimi per famiglie con bambini e animali.

Tuttavia, gli interior designer consigliano sempre di acquistare un divano dai toni neutri, come il color beige o il grigio. Non hanno torto, se si pensa che un divano di qualità dovrebbe durare anni ed è possibile che si cambi il colore delle pareti, si mettano delle nuove tende o si acquistino dei nuovi mobili. Un colore neutro starà sempre bene, anche in caso di cambiamenti.

Per scegliere l’accostamento dei colori giusto puoi guardare il nostro articolo i colori, ecco come abbinarli correttamente in casa

La cosa positiva è che con un copridivano non si avranno problemi a cambiare la tonalità del divano. In più, un divano si può modificare utilizzando semplicemente dei cuscini diversi: un divano dal colore neutro cambierà faccia con dei cuscini coloratissimi, ad esempio.

 

Un’ultima cosa che spesso viene trascurata prima dell’acquisto del divano: armatevi di metro e prese le misure verificate se il divano dei vostri sogni passa dal vano scale e dalla porta d’ingresso, diversamente dovrete considerare l’ulteriore spesa per il noleggio di un autoscala esterna.

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L’applicazione dei principi di Bioarchitettura e Neuroarchitettura https://www.antoniodimaro.it/lapplicazione-dei-principi-bioarchitettura-neuroarchitettura/ https://www.antoniodimaro.it/lapplicazione-dei-principi-bioarchitettura-neuroarchitettura/#respond Tue, 27 Jun 2017 10:47:25 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2934 L'articolo L’applicazione dei principi di Bioarchitettura e Neuroarchitettura proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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di seguito l’intervista rilasciata alla piattaforma “ProntoPro” sul nostro modo di concepire e interpretare l’architettura.

https://www.prontopro.it/blog/lapplicazione-dei-principi-di-bioarchitettura-e-neuroarchitettura/

Costruire casa nel 21° secolo non può prescindere da termini come Architettura sostenibile, Bioarchitettura, Neuroarchitettura, green building.

Abbiamo intervistato l’architetto Antonio Di Maro, titolare dello studio di architettura Antonio Di Maro & Partners, che ci ha parlato in modo molto approfondito dei principi cui si ispira lo studio di Architettura Antonio Di Maro.

Quali sono i principi su cui si fonda il vostro studio?

Il nostro studio da sempre si pone alcune “mission” fondamentali per ogni progetto.

La “neuroarchitettura”, scienza che consente attraverso l’uso sapiente dell’interazione tra neuroscienze ed architettura di ottenere effetti benefici sull’individuo.

Architettura sostenibile o “green building, che consiste nel progettare e costruire edifici in grado di limitare gli impatti nell’ambiente, sfruttando ciò che ci offre la natura e al contempo garantendo qualità e riproducibilità delle risorse naturali.

Ed, infine, la “bioarchitettura, che mira all’utilizzo degli elementi presenti in natura come guida per la realizzazione ottimale di spazi confortevoli. Il “pensiero verde” e la natura sono così gli elementi generatori di ogni nostro progetto, che si rivelano attraverso l’uso controllato della luce e la sperimentazione di nuovi materiali.

Neuroarchitettura; di cosa si tratta e come nasce questo filone dell’Architettura? Quali sono le principali tecniche che vengono impiegate a tal fine?

Un architetto può progettare spazi che non solo rispettino determinati canoni estetici, ma che diano anche e soprattutto benessere all’individuo, che aumentino la capacità di concentrazione, che aiutino la guarigione o che siano formativi.

Marco Vitruvio Pollione l’aveva già compreso circa 2000 anni fa: un edificio deve essere forte o durevole nel tempo, utile e bello. L’architettura è arte e soprattutto può migliorare il tenore di vita. Luoghi con determinate caratteristiche ad esempio potenziano fantasia e creatività: gli alunni, in una scuola con aule ben illuminate, si dimostrano più ligi al dovere, così come i pazienti trascorrono una degenza più serena in un ospedale con stanze variopinte. D’altronde c’è un legame intrinseco tra l’ambiente circostante e gli individui: il sistema nervoso riceve e decodifica gli stimoli esterni, come suoni e colori, trasmettendo poi gli impulsi al resto del corpo.

La Neuroarchitettura studia il livello di risposta psicologica umana ai componenti che costituiscono i diversi ambienti. L’obiettivo di fondo è quello di valutare l’impatto che le varie strutture hanno sul sistema nervoso umano e sul cervello.

Tra gli elementi importanti per le neuroscienze dell’architettura dobbiamo assolutamente menzionare luce e colore. Per quanto riguarda il colore, a titolo di esempio, gli studi hanno evidenziato che quando i colori sono più brillanti generano stimoli più forti poiché sono più riconoscibili. Il cervello ricorda più facilmente gli oggetti che sono più notevoli. Se i colori sono utilizzati in connessione con gli spazi, possono quindi rafforzare la posizione degli oggetti nella mappa mentale, e stimolare la memoria. Ad esempio attraverso la scelta e la distribuzione dei colori in un negozio è possibile indirizzare la volontà di acquisto di un cliente verso un certo prodotto piuttosto che un altro. La luce, invece, serve a vari scopi: creare gli spazi per trovare l’orientamento, per rivelare o nascondere determinati volumi, o per attirare l’attenzione su un “compito” se parliamo di ambienti di lavoro. La nostra percezione e il desiderio di luce varia anche in base agli scopi che necessitano di luce; ad esempio, mentre per il pranzo può essere sufficiente una luce, la stessa sarà insufficiente per lo studio.

Il Suono è un’altra variabile importante nella progettazione architettonica. Ad esempio, negli ambienti di formazione ed educazione dei bambini, che sono soggetti che facilmente tendono a distrarsi, la stanza deve produrre una comprensione chiara del suono. La comunicazione verbale deve essere quindi agevole e per questo di solito si utilizza isolare anche i soffitti.

L’Architettura sostenibile e la Bioarchitettura stanno riscontrando un forte interesse nell’ultimo periodo; in che modo vi occupate di queste tematiche all’interno del vostro studio?

Esatto. Promuovere un’architettura responsabile e rispettosa del contesto ambientale attraverso la Bioarchitettura e Architettura sostenibile è la nostra priorità in ogni progetto. Per capire l’importanza e l’attualità di queste tematiche bisogna conoscerle e capire la portata degli “effetti benefici” che possono produrre.

La bioarchitettura presuppone un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell’ecosistema e si concretizza in una pratica architettonica rispettosa dei principi della sostenibilità. Si pone l’obiettivo di instaurare un rapporto equilibrato tra l’ambiente ed il costruito, soddisfacendo i bisogni delle attuali generazioni senza compromettere, con il consumo indiscriminato delle risorse, quello delle generazioni future.

Gli edifici progettati secondo i dettami della Bioedilizia, o Green Building, fanno uso di fonti di energia rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento come l’energia solare per l’acqua calda, il fotovoltaico, le biomasse ed il geotermico.

Il nostro studio nel progettare secondo le “buone regole” della bioarchitettura segue una serie di principi fondamentali come:

  • l’ombreggiamento,
  • la ventilazione naturale,
  • l’isolamento termico,
  • il raffrescamento naturale,
  • la deumidificazione,
  • la protezione dalle precipitazioni,
  • la riduzione delle dispersioni termiche,
  • l’illuminamento naturale e la captazione solare.

Molti sono i fattori da tenere in considerazione, tra i più importanti c’è l’orientamento. Pensare con cura alla disposizione dell’edificio rispetto alla relazione “nord-sud”, per poter avere un soleggiamento corretto e influire sulla capacità di raffrescare gli ambienti interni sfruttando la ventilazione naturale.

Per quanto riguarda invece i materiali bisognerebbe utilizzare materiali naturali, riciclati e riciclabili, seguendo le logiche leed. Non tutti lo sanno, ma per difendere l’abitazione dai raggi solari, che aumentano significativamente il carico termico estivo, è possibile realizzare degli “schermi solari” per la protezione dal sole. Tuttavia, qualora tutte le soluzioni di climatizzazione passiva non bastassero, è possibile integrare con soluzioni di energia rinnovabile, ricorrendo all’uso delle nuove tecnologie per il risparmio energetico come impianto fotovoltaico, eolico, di biogas o geotermico.

L’obiettivo dell’architettura sostenibile è ridurre l’impatto complessivo della edificazione sulla salute umana e sull’ambiente naturale attraverso l’utilizzo efficiente di energia, acqua e altre risorse; attraverso la protezione della salute degli occupanti e il miglioramento della produttività e la riduzione dei rifiuti, dell’inquinamento e del degrado ambientale.

Tra i punti cardine di una “ristrutturazione sostenibile” rientrano senza alcun dubbio la scelta e l’utilizzo di materiali naturali ed ecologici, come il legno, che garantiscono una riduzione del rischio di emissioni inquinanti nell’abitazione e creano un ambiente salubre; il risparmio energetico che si ottiene con un buon isolamento termico prima, e un buon sistema di riscaldamento e/o raffrescamento dopo.

Ancora, l’isolamento acustico, il risparmio idrico, lo studio dettagliato della luce sia naturale che artificiale: più sarà giusta la progettazione illuminotecnica, maggiore sarà il risparmio energetico ed economico.

In ogni lavoro la nostra “missione” è effettuare una progettazione in grado di soddisfare al meglio le richieste dei committenti senza però dimenticarsi della necessità di non stravolgere i ritmi e le risorse naturali, senza portare danni agli altri e cercando di inserirsi in modo armonioso nel contesto.

Per approfondire queste tematiche è possibile visitare la sezione blog del nostro sito www.antoniodimaro.it

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Vetrina ipnotica, consigli e linee guida per progettarla https://www.antoniodimaro.it/vetrina-ipnotica-consigli-linee-guida-progettarla/ https://www.antoniodimaro.it/vetrina-ipnotica-consigli-linee-guida-progettarla/#respond Sun, 21 May 2017 10:53:58 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2911 L'articolo Vetrina ipnotica, consigli e linee guida per progettarla proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Proseguiamo nell’analisi dei punti focali da considerare nella progettazione di un negozio di successo.

Oggi parleremo della vetrina, il biglietto da visita del tuo negozio.

Hai proprio capito bene, la vetrina è il biglietto da visita della tua attività commerciale.
Ti sarà sicuramente capitato di fermarti davanti la vetrina di una pasticceria ed essere colpito da una bella torta. Magari per un pasticcere potrebbe non essere troppo difficile catturare l’attenzione delle persone che passano davanti alla vetrina del suo negozio, magari.

Dopo una serie di studi, atti a comprendere cosa funziona in una vetrina e cosa invece no, riportiamo di seguito consigli e linee guida su come progettare con successo la vetrina di un negozio.

Come abbiamo dinanzi asserito, prima di decidere di entrare in un negozio ne studiamo la vetrina. È la prima cosa che attira l’attenzione di un potenziale cliente e che può invogliarlo ad entrare. La vetrina è un richiamo.
Proprio per questo motivo con una vetrina ben progettata puoi riuscire a catturare l’interesse del cliente, incuriosirlo e spingerlo ad entrare all’interno del tuo negozio.

 

Per realizzare una vetrina accattivante devi:

1. Pianificare e Progettare
Dovrai farti un elenco di tutte le vetrine che dovrai realizzare durante l’anno; considerando il lancio di nuovi prodotti, le festività, gli eventi.
La vetrina può essere anche uno strumento per pubblicizzare eventi che tu stesso avrai creato.
È importante inoltre che tu pianifichi come distribuire le novità durante l’anno in maniera ragionata ed efficace, così da non esporle tutte insieme rischiando di non dare loro il giusto risalto.

2. Studio dello spazio
Per definire la quantità di prodotti che intendi esporre devi tener ben presente le dimensioni della vetrina.
Non puoi riempirla perché corri il rischio di generare confusione nel potenziale cliente che potrebbe non riuscire a focalizzare i prodotti, e passare oltre. Le caratteristiche ed il valore dei prodotti che proponi verrebbero così nascosti.

 

3. La regola del tre
Crea dei gruppi dispari di articoli di dimensione diversa, in questo modo rafforzerai l’immagine di ogni prodotto esposto. I gruppi dispari risultano più accattivanti e piacevoli.
Disponili inoltre in forma piramidale per dare più movimento alla vetrina.
Un insieme di prodotti -3 prodotti-, compongono una piramide, o mezza piramide, un prodotto, il più grande nelle dimensioni, funge da punta, a cui si accostano gli atri di dimensioni più piccole.

4. Il filo conduttore
È fondamentale che ci sia sempre continuità tra le varie parti che compongono la vetrina. Questa regola vale per tutti i settori merceologici e riguarda sia l’articolo che la decorazione, che vale come elemento di attrazione.
Il filo conduttore può essere realizzato per utilizzo, colore o materiale.

5. I colori
Dovrai scegliere i colori in considerazione del tema, il prodotto, la stagione. E dovrai ricordare che i colori dovranno essere in armonia tra loro affinché possano riuscire a catturare l’attenzione del passante.
La combinazione sarà al massimo di 3 colori, caldi con caldi e freddi con freddi.
Tieni a mente che colori scuri, per effetto ottico, tendono a schiacciare quelli chiari; quindi i colori scuri staranno in basso e quelli chiari in alto così diminuire il peso visivo dell’oggetto stesso.

6. Scelta del prodotto
Come regola di base, gli articoli da esporre vanno scelti in base al target di riferimento, alla disponibilità in magazzino e la volontà di spingerli.
Vanno inoltre considerati il periodo e l’informazione che intendi dare al cliente.

7. Le strutture
Le strutture che supportano i prodotti andranno scelte proprio in base a questi, perché dovranno farne emergere le caratteristiche.
Quelle componibili sicuramente ti consentiranno di adattarti sempre al prodotto facendolo risaltare al meglio e rinnovando così volta per volta l’immagine della tua vetrina.

8. Focus point
Il punto focale è al centro della tua vetrina, allʼ altezza di circa 1,5mt, lo sguardo si sposta poi dal centro a destra e poi a sinistra.
Il focus point è il punto dove, per prima, inconsciamente va lo sguardo del potenziale cliente. Lì allocherai i prodotti che intendi vendere maggiormente.

9. Il ritmo
Ogni vetrina deve averne. Il ritmo è generato da intervalli di lettura –creato dallo spazio- nel passaggio dello sguardo da un gruppo di prodotti all’altro.
Questa disposizione rende più efficace la composizione dei prodotti perché ne favorisce la percezione.

Leggi anche:
I colori, ecco come abbinarli correttamente in casa
Il potere magico dell’illuminazione per il successo del tuo negozio
I colori giusti per il tuo negozio, come sceglierli
Negozio vincente: ecco a cosa devi pensare prima di arredarlo
L’architetto, il tuo asso nella manica per un negozio di successo

 

 

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Allestire un negozio: come fare attraverso 4 punti chiave https://www.antoniodimaro.it/allestire-un-negozio-4-punti-chiave/ https://www.antoniodimaro.it/allestire-un-negozio-4-punti-chiave/#respond Fri, 12 May 2017 17:19:23 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2898 L'articolo Allestire un negozio: come fare attraverso 4 punti chiave proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Il modo in cui deciderai di allestire il tuo negozio, ed il modo in cui disporrai la merce, sono di grandissima importanza. La scelta non può essere casuale.

Nella progettazione di un negozio occorre tener conto della collocazione dei prodotti e ciò va fatto solo dopo un approfondito studio della clientela, delle sue abitudini di consumo, della sua età, della sua istruzione, del suo reddito.
Le variabili sono molte e solo chi ha esperienza, un professionista, può studiarle tutte dando loro il giusto peso.

Va inoltre considerata la tipologia di prodotto che vendi. Ogni tipologia di merce deve avere uno spazio ben studiato, solo un architetto può definirlo sapientemente.

Organizzando il tuo negozio con alcuni accorgimenti di base potrai influenzare il potenziale cliente che vi entra, guidandolo all’acquisto e favorendo le vendite.

 

Così, ecco per te, le linee guida per allestire il tuo negozio. Per creare un’esposizione proficua dovrai necessariamente:

1. Creare continuità tra la vetrina e l’allestimento interno
Dare continuità alla vetrina nell’allestimento interno del tuo negozio ti aiuterà a spingere le vendite sugli articoli che in un dato momento t’interesserà spingere maggiormente.
Lo puoi fare realizzando una zona espositiva, centrale od in prossimità dell’ingresso, cosicché possa essere notata facilmente, dove riproporre i prodotti esposti in vetrina con lo scopo di stimolarne l’acquisto.

Il potenziale acquirente incuriosito ed interessato dai prodotti esposti in vetrina, entrando li troverà immediatamente.

Questa zona espositiva, od anche display, ha la finalità di rafforzare l’immagine dell’articolo esposto in vetrina.

 

2. Utilizzare una consolle centrale per presentare i prodotti in lancio od in promozione
Questa è una mossa strategica.
Potrai esporre sulla consolle i prodotti che vorrai spingere, anche attraverso promozioni.
Potrai esporre articoli in lancio che invogliano la clientela all’acquisto. Questi prodotti attirano il cliente per poi spingerlo a visitare tutto il negozio.

La consolle può essere anche una seconda vetrina, soprattutto quando si trova di fronte all’ingresso, od anche può essere utile a sviluppare il tema proposto nella vetrina.

Anche in questo caso e testato che i prodotti esposti sulla consolle vendono 5 volte di più rispetto a quelli messi in parete o negli scaffali. Il prodotto sulla consolle è più vicino al cliente, può essere toccato e genera maggiore interesse.

3. Porre in fondo al negozio gli articoli considerati necessari
Entrando in un supermercato avrai sicuramente notato che i prodotti di prima necessità si trovano in fondo al negozio portandoti così a dover attraversare tutto il locale o quasi prima di raggiungerli.
Questo è un espediente studiato per attirare la tua attenzione su altri prodotti, diversi da quelli per cui eri entrato; probabilmente alcuni di questi usciranno con te dal negozio.

Fondamentale è anche la sistemazione degli articoli di vendita sugli scaffali, è infatti provato che quelli più venduti sono quelli posizionati ad altezza degli occhi del cliente perché resi così più visibili.

Questo ragionamento è valido anche per organizzare i prodotti in base al target di riferimento. Un prodotto per adulti, per esempio, sarà posizionato ad una altezza superiore rispetto ad un prodotto per bambini.

4. Puntare sull’ordine
L’ordine è di primaria importanza per dare risalto ai prodotti che proponi. Diversamente sarebbe tutto vanificato.

Dovrai quindi:
Dividere lo spazio. Dovrai dividere lo spazio espositivo in modo equo creando magari dei gruppi di prodotti tra di loro legati. Se per esempio vendi prodotti per il bar potrai pensare di creare un gruppo di articoli che comprenda macchina del caffè, macinacaffè, tazze e piattini.
Oppure potrai pensare di esporre per ogni spazio espositivo un articolo diverso.
La cosa importante è non riempire gli spazi, lo spazio vuoto consente di esaltare i prodotti.

Dividere per dimensioni. Se porrai gli articoli di piccole dimensioni nei ripiani bassi nessuno li noterà. Meglio metterli a portata di occhi, e quelli più grandi nei ripiani alti o più bassi. In questo modo organizzerai l’esposizione in maniera ordinata mettendo in evidenza tutti i prodotti.

 

Dividere per colore. Sistemando nei ripiani più alti i prodotti con colori chiari e nei ripiani più bassi quelli con i colori più scuri sarai agevolato nelle vendite. Ponendo i colori scuri in alto e quelli chiari in basso otterresti invece un’esposizione poco armoniosa e pesante. I colori scuri infatti tendono ad appesantire e schiacciare un’immagine nel suo complesso mentre quelli chiari ad alleggerirla rendendola più gradevole ed accogliente.

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Il potere magico dell’illuminazione per il successo del tuo negozio https://www.antoniodimaro.it/potere-magico-illuminazione-successo-del-negozio/ https://www.antoniodimaro.it/potere-magico-illuminazione-successo-del-negozio/#respond Mon, 08 May 2017 09:29:29 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2878 L'articolo Il potere magico dell’illuminazione per il successo del tuo negozio proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Avendo già letto i nostri articoli L’architetto, il tuo asso nella manica per un negozio di successo, Negozio vincente: ecco a cosa devi pensare prima di arredarlo e I colori giusti per il tuo negozio, come sceglierli, ti sarà ben chiaro che, se devi aprire un negozio o vuoi ristrutturare quello che hai, uno spazio ben studiato e progettato aumenta considerevolmente il numero di clienti e di conseguenza gli introiti.

Nulla va lasciato al caso per rendere il tuo negozio uno spazio calibrato in grado di renderne piacevole la visita da parte del cliente. Da qui deriva la necessità di rivolgersi ad un professionista, l’architetto saprà realizzare il progetto in grado di rispondere alle tue esigenze e di richiamare il tuo target di riferimento.

Oggi intendiamo porre l’accento sul tema dell’illuminazione.

La giusta illuminazione farà la differenza per i tuoi clienti e di conseguenza farà la differenza anche per i tuoi affari.

Tutti gli studi condotti su come illuminare un negozio hanno infatti confermato che lʼilluminazione ha il potere di far sentire il visitatore a proprio agio trasformandolo così in potenziale acquirente.

Lʼilluminazione consentirà inoltre al personale del punto vendita di interagire in modo piacevole con i clienti ed allo stesso tempo indurrà i clienti a percepire al meglio le peculiarità del negozio e dei prodotti esposti.

Una buona illuminazione è importante anche per chi passa davanti al tuo negozio così che possa essere incuriosito ed attratto ad entrarvi.

Le soluzioni oggi disponibili per illuminare un negozio offrono la massima flessibilità per plasmare lo spazio e adattarlo alle proprie necessità. Personalizzare i vari ambienti del negozio e trasformare una semplice visita in unʼesperienza unica non è mai stato così facile.

 

Vediamo ora i principali ambienti di un negozio e quali aspetti devono essere considerati per illuminarli al meglio.

L’ingresso
L’ingresso del tuo negozio, così come il suo esterno, sono il primo contatto con il cliente, sono il miglior biglietto da visita che possa esserci per presentare il tuo negozio.
Inizia allʼesterno la relazione cliente-negozio ed è qui che il cliente deciderà se avvicinarsi o meno per scoprire cosa offre il punto vendita.
Eʼ importante che lʼimmagine esterna e lʼinterno del negozio siano coerenti perché non vengano tradite le aspettative che si sono generate.

Ti dà la possibilità di:
– far capire già da lontano che sei aperto
– distinguerti dai tanti altri negozi

Sono pertanto due gli elementi chiavi sui quali occorre intervenire:
1. Illuminazione esterna: installare, sulla facciata dell’edificio del negozio, un sistema d’illuminazione dinamica e multimediale che consente di personalizzarla sul colore, sulla tonalità e sull’intensità della luce;

2. Insegna: è il principale strumento attraverso il quale il cliente riconosce un negozio e, se ben progettata, ha un forte effetto sulla memoria del cliente grazie alla sinteticità del messaggio. Lʼinsegna viene progettata in funzione delle dimensioni dellʼimmobile e in funzione della distanza dalla quale deve poter essere letta.
Un’insegna viene realizzata in base alle caratteristiche proprie del logo e del messaggio che si vuole trasmettere:
illuminata frontalmente per mezzo di piccoli proiettori è quella più economica e la più utilizzata dai piccoli negozi;
geometrica e retroilluminata trasmette una percezione di contemporaneità e tecnologia;
neon con tubi sagomati ha un aspetto retrò che viene di solito associato al settore della ristorazione e dell’intrattenimento.

È molto frequente vedere il logo dell’esercizio commerciale apposto non più in insegna ma direttamente sulla vetrina del punto vendita perché ritenuto più elegante e talvolta anche meno dispendioso. Questa soluzione non ha però la stessa valenza commerciale dellʼinsegna apposta sopra la vetrina perché meno visibile a distanza e molto più difficile da memorizzare.

 

La vetrina
La vetrina, come l’insegna, contribuisce a dichiarare lʼesistenza del punto vendita a distanza. Allo stesso tempo, però, la vetrina ha il compito di mostrare la gamma di prodotti in vendita attraverso una selezione mirata di pochi pezzi. Meglio scegliere accuratamente le luci per vetrine, perché di norma si hanno a disposizione pochi secondi per attirare lʼattenzione del cliente e convincerlo ad entrare.

In fase di progettazione, è necessario tener presente che la disposizione degli oggetti può cambiare nel tempo ed influire in modo considerevole sulla tonalità di colore complessiva della scena. Faretti e proiettori orientabili con ottiche a flusso variabile consentiranno di adattare la luce alle differenti condizioni ed ottenere sempre un risultato ottimale.
Sistemi di controllo della luce consentiranno invece di variare il colore e lʼintensità in base alle fasce orarie e ridurre in modo apprezzabile i consumi di energia elettrica.

Facciamo poi una distinzione tra la vetrina interna dalla vetrina esterna che affaccia sulla strada.
La vetrina interna di un negozio ha solitamente un’illuminazione installata sempre in alto; questo però fa sì che i prodotti che stanno sopra siano ben illuminati, mentre quelli che stanno sotto siano bui.
Una possibile soluzione per ovviare a questo difetto sono le strisce a led che sono flessibili e ti permettono un’illuminazione capillare grazie alla loro versatilità.

L’illuminazione di una vetrina esterna dipende da come devi esporre la merce, o se vuoi creare un effetto più o meno teatrale. Anche qui s’incorre nel rischio di creare le cosiddette zone d’ombra proprio dove ci sono invece i prodotti esposti.
In questo caso puoi optare di mettere dei proiettori o corpi illuminanti orientabili, addirittura su un binario in modo da poter essere spostati a proprio piacimento in base alla composizione della vetrina stessa.

L’interno
L’illuminazione interna di un negozio varia in base alla categoria merceologica.
In base a cosa vendi è necessario variare il tipo di illuminazione in termini di resa cromatica. Ad esempio una gioielleria necessita sicuramente di una tonalità di colore diversa rispetto ad un bar.

Quando si realizza il progetto d’illuminazione di un negozio occorre tener ben presente diverse esigenze/obiettivi, tutte molto importanti:
– ottimizzare lʼintegrazione tra luce naturale e luce artificiale per ridurre i consumi;
– garantire la flessibilità per adattarsi allʼevoluzione nel tempo;
– limitare il più possibile i costi di gestione e manutenzione;
– comunicare correttamente l’immagine del negozio;
– creare scenografie luminose anche dinamiche per catturare lʼattenzione;
– facilitare e rendere piacevole la ricerca dei prodotti allʼinterno del punto vendita;
– agevolare la circolazione dei clienti fino ai punti più nascosti del negozio;
– predisporre il cliente allʼacquisto creando nuovi bisogni;
– agevolare il lavoro degli addetti alla vendita allʼinterno del negozio;
– consentire lʼutilizzo ottimale degli spazi;
– creare aree di relax per prolungare la permanenza presso il punto vendita.

Il camerino di prova
Il camerino di prova, pur avendo un ruolo strategico perché influisce molto sul processo d’acquisto, è spesso realizzato in spazi angusti con la conseguenza di risultare scomodo ed inospitale. Nel camerino il potenziale cliente è da solo con il prodotto e deciderà se acquistarlo o meno, perciò è indispensabile che appaiano entrambi il più attraenti possibile.
Cruciale quindi è il ruolo delle luci, che devono essere morbide ed avvolgere con delicatezza l’immagine del potenziale cliente e attenuare il più possibile le ombre.

 

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Negozio vincente: ecco a cosa devi pensare prima di arredarlo
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I colori hanno un ruolo fondamentale nellʼarredamento del tuo negozio. I colori trasmettono al cliente lʼidentità del tuo negozio, l’identità del tuo negozio attira l’attenzione del tuo target di riferimento.

Nel precedente articolo, Se vuoi che il tuo sia un negozio vincente ecco a cosa devi pensare prima di arredarlo, abbiamo asserito che scegliere i colori giusti per il proprio negozio significa trasmettere la giusta sensazione al cliente, il colore è energia e trasmette emozioni.

 

Ora vediamo insieme perché e come farlo.

Come la psicologia del colore insegna, il colore è una sensazione che viene recepita dal cervello e che ha quindi effetti sul nostro organismo e soprattutto sul nostro atteggiamento psicologico.
Appurato che le emozioni sono spesso motrici della vendita di un prodotto, ne consegue che è possibile indirizzare attraverso l’utilizzo di elementi visivi, la volontà di acquisto di un cliente verso un certo prodotto piuttosto che un altro.
Per esempio, il rosso e l’arancione sono conosciuti come intensi colori emozionali, che stimolano l’aumento del battito cardiaco e del respiro. Inoltre questi colori, applicati nel settore alimentare, incoraggiano i consumatori a mangiare di più e più velocemente. Una specie di stimolatori emozionali dell’appetito.

Tutto ciò che riguarda il tuo negozio deve essere pensato partendo dal tuo pubblico, il target la cui attenzione vuoi catturare.

Partirai da qui per creare l’identità del tuo negozio.

Le tue comunicazioni pubblicitarie, le vetrine, i prodotti che vendi e gli interni del tuo negozio devono parlare la stessa lingua. Deve essere tutto studiato in coerenza al messaggio che intendi lanciare.

 

I colori giocano un ruolo importante, e vanno scelti in coerenza. Vediamo in che modo.

1. Scelta dello stile
I colori che scegli per il tuo negozio gli daranno semplicemente il giusto stile.
Tutti noi abbiamo dei riferimenti nella nostra testa e se riuscirai a trovare quello giusto, riuscirai anche ad attirare lʼattenzione del tuo cliente-tipo.
I colori che utilizzerai contribuiranno a creare lʼidentità del negozio e creare il tuo stile.

La scelta dei colori e dei prodotti per dipingere inizialmente può sembrarti complicata, ci sono decine di tipi differenti di pitture che possono essere decorative, perlate, metallizzate, sabbiate lisce, a spessore e molte altre ancora.

Nella scelta dei colori e dei tipi di pittura devi considerare principalmente:
– le dimensioni del locale;
– le luci, naturali e non;
– l’arredamento;
– le attività che vengono svolte nei vari ambienti, lʼentrata ha un ruolo diverso dal camerino;
– la tipologia di mercato;
– lʼubicazione del locale -mare, montagna, città, campagna-, se hai un negozio in campagna il color azzurro mare stona.

È importante che l’abbinamento dei colori utilizzati per pareti, arredamento, accessori e tende creino un ambiente armonioso.

 

2. Scegliere i colori delle pareti in base al target
Target, target ed ancora target, devi semplicemente partire dal target. Se lo fai, vedrai che il cliente ideale verrà subito attratto dal tuo negozio.

Se hai un negozio che vende prodotti tecnologici potresti usare il bianco come colore predominante, accostandolo ad un arredamento color alluminio o legno chiaro per valorizzare lo stile hi-tech. Il cliente amante della tecnologia, il tuo clientetipo, ne sarebbe attratto perché si sentirebbe a proprio agio.

Vediamo meglio cosa trasmettono i colori, partendo dai primari che sono il rosso, il giallo e il blu.
Il rosso, è il colore della forza, della vitalità e della passione in tutti i sensi, aumenta la produzione di adrenalina e spinge all’azione.
Il giallo è un colore vivace che rappresenta il rapporto con gli altri, è il colore che simboleggia la luminosità solare e la spiritualità, è associato al lato intellettuale con effetti di stimolo e aiuto nello studio.
Il blu è il colore della calma, modera e fa dimenticare i problemi di tutti i giorni: per tale ragione le pareti tinteggiate di blu tranquillizzano.

Questi colori primari, mescolati tra di loro, danno origine ai colori secondari come il verde, arancio ed il viola.

Unendo fra di loro i colori secondari, in ogni combinazione possibile, riusciremo a ottenere tutti i colori esistenti in natura che, a loro volta, si distinguono in caldi -rosso, giallo, arancio, beige…- freddi -viola, blu, verde…- e neutri -bianco, nero, grigio-.

Alcuni appartenenti a queste categorie possono diventare freddi o caldi in base alla tonalità. Un esempio può essere il giallo limone e il rosso che tende al viola: giallo e rosso sono caldi ma in queste tonalità risultano freddi.

Anche il caldo e il freddo sono fattori importanti per la scelta dei colori del negozio, dipende molto da cosa vendi.

Vediamo alcuni abbinamenti di colore adatti e di successo:
rosso e bianco, rosa e nero, blu e arancione, marrone e beige, marrone e oro, viola e argento, grigio e verde.

Viceversa, vediamo poi alcuni degli abbinamenti di colore da evitare sempre e comunque:
blu e marrone, rosso e blu, verde e rosso, rosa -in tutte le scale, dal pastello al viola- e verde rosa -in tutte le scale- e marrone, blu e verde.

È comunque molto importante ricordare che ogni attività necessita il proprio studio di colori.

 

3. Gli effetti del colore sulle pareti
Una volta scelti i colori giusti per il tuo negozio, devi anche sapere come sfruttarlo per migliorare il negozio stesso.

Se il tuo negozio ha soffitti alti puoi tinteggiare le pareti con colori chiari e il soffitto con colori più scuri. Così lʼambiente appare basso e largo.

Se il tuo negozio è piccolo ed il soffitto basso, è preferibile tinteggiate le pareti e il soffitto con colori chiari per far sembrare lʼambiente più ampio e più alto, se poi il soffitto avrà una gradazione di colore più debole rispetto a quella delle pareti la stanza sembrerà ancora più alta.

Se il tuo negozio è stretto e lungo devi tinteggiare la parete frontale con un colore scuro e forte per far perdere profondità allʼambiente, la tonalità di colore calda rafforza lʼeffetto, in questo modo la parete posta in risalto sembrerà ancora più vicina perché cattura lʼattenzione dello sguardo.

Per tutti gli ambienti piccoli sono sempre consigliabili colori chiari, preferibile il bianco che permette eventualmente di giocare con accessori colorati. I colori chiari danno lʼeffetto di allargare gli ambienti mentre, al contrario, i colori scuri ed intensi hanno lʼeffetto di rimpicciolire i locali anche di un 10%.

La parete difronte alla vetrina o finestra, che quindi riceve più luce naturale, se viene dipinta con colori chiari aumenta la luminosità, mentre con colori scuri la diminuisce.

 

4. I migliori colori per tipologia di negozio
Esaminiamo adesso diverse tipologie di commercio vedendo quali sono i colori più idonei da utilizzare.

Negozio di alimentari. In un negozio di frutta e verdura servono pareti chiare con le tonalità del giallo e del marrone per esaltare al meglio i colori della merce esposta; in quello di macellaio e salumiere invece il rosso considerato il colore dellʼazione. Se invece si tratta di vendere prodotti biologici, allora il richiamo della natura con tinte come il marrone e il verde.

 

Parrucchiere. È un genere di negozio nel quale si va per rilassarsi, quindi spazio a colori tenui come azzurro, verde chiaro, rosa pastello che distendono la mente e i nervi.

 

 

Cartoleria e tabaccheria. Anche in questo caso è privilegiata lʼazione, quindi vanno bene arancione, giallo e rosso mescolati a tinte pastello in modo da mitigare la forza.

 

 

Profumerie e cosmetici. Viola e rosa vengono considerati universalmente i colori del benessere fisico e psichico e si adattano perfettamente a questi negozi, così come anche alle farmacie.

 

 

Negozio di abbigliamento. La scelta sui colori da utilizzare in un negozio di questo tipo dipende dal genere di merce che si vende: se si tratta di abbigliamento giovane e urban, le tinte più azzeccate sono quelle forti, anche fluo, che danno un impatto visivo immediato. Stesso discorso, con colori forti e decisi per lʼabbigliamento da ragazzi, tinte pastello invece per lʼabbigliamento bimbi e colori suadenti come il fucsia o il viola misto al nero per lʼintimo ed i costumi.

 

Consiglio: Scegli un colore base per ogni ambiente del tuo negozio e gioca con le sue diverse tonalità e sfumature senza mescolare troppi colori, avrai un effetto molto più elegante e armonioso.

 

 

 

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